Giuseppe non temere
Testi liturgici: Is 7,10-14; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24

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Noi siamo abituati a fare le polizze di assicurazione sulle cose ed anche sulla nostra vita. Anche il Signore fa una cosa analoga per ognuno di noi, però non ci dà assicurazioni “sulla” vita, ci assicura invece “la” vita, cosa molto più importante e ben diversa.
Perché dico questo?
Perché è a questo che ci conduce a riflettere l’episodio della prima lettura, quello relativo al comportamento di Acaz. Appare chiaro che egli non vuole a che fare nulla, né con il Signore né con le proposte che gli pone.

In altre parole, Acaz non vuole scomodare Dio per quelli che egli ritiene essere i suoi personali problemi, i suoi tornaconti. In fondo in fondo, pensa che le sue cose siano delle inezie, tali che può tranquillamente risolverle da solo. Quindi, non ha bisogno di nessun segno che possa assicurargli la presenza di Dio nella sua vita.

È questo il significato delle sue testuali parole di Acaz: “Non voglio tentare il Signore”.

Non gli importano né i segni né gli interventi di Dio, perché nella battaglia che dovrà affrontare contro l’esercito nemico, si sente competente ed ha le proprie strategie per vincere, non ha bisogno di altri.

Acaz non ha capito che il Signore sarebbe intervento, attraverso il segno, non sull’assicurazione della sua vita in campo di battaglia, ma su quella di ottenergli l’altra vita, quella eterna, in forza della nascita di un bimbo da una vergine.

Ed ecco che il brano evangelico ci ha indica come si è realizzata la profezia. In esso appare subito chiaro che i comportamenti di Maria e di Giuseppe sono totalmente diversi da quelli di Acaz.

Infatti, ambedue hanno pronunciato un “sì” basato solo sulla fede, senza capirci più di tanto, anzi, potremmo ben dire, senza capirci nulla.

Se è stato un “sì” difficile per Maria, ancor più lo è stato per Giuseppe.

A questo punto, pertanto, non possiamo non fare una qualche riflessione sulla figura di Giuseppe.

Sappiamo che il Vangelo non riporta nessuna parola di lui, tuttavia egli parla con i fatti. Questi ci mostrano quanto sia grande il suo amore sia per Maria che per il figlio Gesù, proprio nel mentre sta vivendo un grosso conflitto, con grande sofferenza e tormento.

Potremmo immaginare che, più o meno, abbia ragionato così: “Ho ancora il diritto di prendere questa donna su cui lo Spirito Santo ha steso la sua ombra? Posso portare in casa questa donna che è già di un altro e il cui frutto non mi appartiene? Il Signore sa che le voglio un gran bene, come mi devo comportare per dimostrarlo?”.

Proprio in forza di questo amore per lei, giunge nella decisione che, se da una parte, in osservanza della legge di Mosè, avrebbe dovuto ripudiarla, dall’altra però a non fare questo “pubblicamente” come era richiesto, ma in “segreto”, evitando lo scandalo. Facendo così, a prima vista sembrerebbe disobbediente alla legge, ma di fatto la supera, perché l’amore vale più della legge.

Facendo così non cessa di amarla profondamente, ma nel contempo pensa di rispettare il disegno misterioso di Dio; desidera unicamente che esso si realizzi totalmente in ambedue. In forza di questo, se per amore l’aveva scelta come sposa, ora con altrettanto amore è disposto a lasciarla.

Invece, non immagina minimamente che Dio la pensa diversamente.

Il Signore gliela vuole ridonare come colei che partorirà il Salvatore. Giuseppe non pensa che tutto quanto è di Maria, Dio vuole che sia anche suo; non sa che quel figlio non è solo di Maria, ma anche il suo in quanto padre, con il conseguente diritto/dovere di imporgli il nome: “Tu, lo chiamerai Gesù”.

Ed ecco che, dopo il tormento, arriva la luce. Un sogno risolve il problema: “Giuseppe, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”.

Ora è chiara la volontà di Dio.

Applichiamo a noi. Tutti nella vita, fatte le debite proporzioni, potremmo trovarci in situazioni analoghe, nelle quali non ci capiamo niente e non sappiamo come comportarci.

Ci è richiesta fede e perseveranza. Facciamo la nostra parte e tutto si risolverà, perché il Signore è con noi. Infatti, è lui a condurre la storia.

Sac. Cesare Ferri rettore del Santuario di San Giuseppe in Spicello