Omelia delle domeniche e feste Anno A
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
17 ottobre 2025 * S. Ignazio d'Antiochia
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6 Compimento della leggeTesti liturgici: Sir 15,16-21; Sl 118; I Cor 1,2-6.10; Mt 5,17-37
Per il testo: clicca qui
“Non sono venuto – ci ha detto Gesù – ad abolire la legge, ma a dare pieno compimento”.
A prima vista sembra che non ci tocchi personalmente; invece è quanto mai tagliente nei nostri confronti. È quello che vogliamo capire e su cui ci soffermiamo a riflettere.
La legge che Dio ci ha dato è per farci conoscere la sua volontà, che è espressa nei dieci comandamenti. Essi sono solo per il nostro bene: infatti, i comandamenti sono un dono di Dio.
Per cui essi non sono una legge da osservare in maniera legale o fiscale, come uno stretto obbligo, tanto da poter dire che siamo stati obbedienti a Dio, quanto da amare e accogliendoli liberamente.
È stato chiaramente espresso dal Siracide: “Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno…; davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà”.
In cosa consiste il pieno “compimento” portato da Gesù?
Consiste in un “perfezionamento” della legge stessa.
Per meglio capire, facciamo un confronto con le nostre famose e discusse tasse da pagare. Tutti ne farebbero a meno e le rifiuterebbero, ma, per evitare il peggio, ad ogni scadenza, sia pure a malincuore, si vanno a pagare.
Con questo comportamento il cittadino osserva la legge e non subisce le eventuali penalità e sopratasse, ma tale legge è osservata solo in modo fiscale; in realtà, non è amata.
La stessa cosa era successa per la legge di Dio. Anzi, era stata talmente complicata dalle interpretazioni degli uomini, da renderla odiosa. Aveva reso le persone schiave della medesima, e, nel contempo, aveva fatto diventare duri verso coloro che, secondo la interpretazione degli osservanti, non la mettevano in pratica.
Pensiamo alle accuse fatte a Gesù perché guariva i malati in giorno di sabato! Il motivo dell’accusa: non osservava la legge! Nel sabato è proibito lavorare!
Dirà Gesù a tal proposito: “Il sabato è per l’uomo, non l’uomo per il sabato”.
Il perfezionamento portato da Gesù consiste nell’invito ad osservare la legge, non tanto per se stessa, quanto con amore e per amore. Ma questo avviene solo se abbiamo capito che essa è un dono di Dio; non ci è stata data per un suo capriccio o tornaconto, ma per il nostro bene.
Quante volte anche noi osserviamo legalmente una disposizione, di cui siamo diventati come schiavi, senza averne capito i motivi. Lo si vede quando ci scandalizziamo perché vengono cambiate alcune modalità di osservanza della medesima.
Non mi soffermo ai casi concreti, ce ne sarebbero all’infinito.
Ne cito solo tre.
Se, per esempio, in una funzione liturgica o nel gestire la pastorale parrocchiale, viene adottato qualcosa di diverso da come eravamo abituati, voi sentite subito che qualcuno interviene: “Ma come! È stato fatto sempre così! Cosa sono questi cambiamenti?”.
Quanti, per esempio, dicono: “Io sono a posto! Non ho rubato, non ho ammazzato, non ho fatto il male a nessuno!”.
È vero, legalmente siamo a posto e certamente non andiamo in prigione.
Ma c’è modo e modo di rubare e di ammazzare. Quando si va al lavoro e non si fa il proprio dovere e si perde tempo, non è un rubare? E quando si dice male di una persona, non è un modo per ammazzare moralmente quella persona, togliendole la buona reputazione?
E quando ci si accontenta del minimo indispensabile e, ad esempio, si dice: “Sono a posto, alla messa ci sono andato”. E se, per di più, in quella messa, ci siamo scambiati anche il segno della pace, ma in realtà dentro coviamo odio e indignazione verso qualcuno, crediamo di essere veramente a posto?
È vero, è stata osservata una legge, ma non c’è amore in quella osservanza e, pertanto, la perfezione portata da Gesù va a farsi benedire.
Abbiamo sentito come Gesù più volte ha ripetuto: “Vi è stato detto, ma io vi dico…”.
Ed anche: “Se presenti la tua offerta all’altare, va prima a riconciliarti con il tuo fratello”.
Signore, aiutaci ad osservare la tua legge, non però da legalisti né con superficialità, ma pieni di amore verso te e verso gli altri!
Sac. Cesare Ferri, rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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