Testi liturgici: Nm 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21Per il cocumento: clicca quiAbbiamo sentito come la liturgia ci fa iniziare il nuovo anno...
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Testi liturgici: Sof 3,14-17; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18Per il documento: clicca qui Per tre volte nel brano del Vangelo troviamo...
Testi liturgici: Nm 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
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Abbiamo sentito come la liturgia ci fa iniziare il nuovo anno civile?
Lo fa con una solenne benedizione di Dio. Ne abbiamo proprio bisogno per il grande marasma nel quale stiamo vivendo! Ebbene, questa è la più potente benedizione che possa esistere perché è uscita dalle labbra stesse di Dio.
Con essa manifesta la sua presenza, ci custodisce sempre ed ovunque, ci concede ogni grazia necessaria per la nostra vita, ci mantiene nella pace, una pace che non assomiglia a quella degli uomini che, purtroppo, è sempre squilibrata, incerta e non duratura.
La benedizione di Dio si ferma solo alle parole o vi è nascosto un qualcosa di concreto?
Dal Vangelo di Marco.
“Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: Va nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te. Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decapoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati”.
Premessa
Di fronte al brano evangelico che abbiamo ascoltato, ci verrebbe spontaneo chiedere: “Perché Gesù non gli ha permesso di seguirlo? Non sarebbe stato meglio accoglierlo subito fra i suoi discepoli?”.
Per comprenderne la motivazione, facciamo un trasferimento, lo applichiamo ad un nostro comportamento di fronte ad analoga richiesta.