Testi liturgici: Nm 6,22-27; Sl 66; Gal 4,47; Lc 2,16-21Per il documento: clicca qui
Come definire questo giorno, del primo gennaio 2017?
In campo civile, dal punto di vista del trascorrere del tempo, è l’inizio di un nuovo anno. Ci auguriamo che tutto l’anno possa trascorrere in maggiore salute per tutti ed in maggiore serenità con noi stessi, nei rapporti con i familiari e con coloro che incontriamo ogni giorno.
Dal punto di vista delle iniziative in campo cattolico, è la giornata mondiale della pace. Troppi conflitti ci sono nel mondo! Ci auguriamo in preghiera che ci sia più comprensione e distensione.
Dal punto di vista liturgico, è il giorno in cui si celebra la solennità di Maria Santissima, in quanto Madre di Dio. Questo significa che la Vergine Maria, oltre ad essere una creatura come tutti noi, nel contempo è anche la Madre di Dio, la Madre del Creatore stesso.
Sembra inconcepibile e assurdo, ma è la verità! Infatti, è lei che ha generato Gesù Cristo, il Figlio di Dio!
Facciamo, ora, alcune riflessioni in proposito.
Se vogliamo vivere in maggiore serenità, se vogliamo la pace tra di noi e nel mondo, se vogliamo anche stare meglio in salute, si tratta di credere e mettere in pratica quello che la parola di Dio oggi ci ha detto.
Si tratta di accogliere la benedizione di Dio, come espresso nella prima lettura. È lui, lui solo infatti, che dona la pace, quella vera.
La sua pace non deriva dai mezzi che ci presenta il mondo, i quali spesso conducono al contrario, ma è diversa. Essa viene dal cielo, non è quella che possiamo procurarci da soli, con i nostri poveri mezzi, ivi compresa ogni iniziativa che possa partire dai capi di governo.
Del resto Gesù stesso dirà: “Vi dò la mia pace, non come la dà il mondo io la do a voi”.
La pace di Dio è qualcosa che vale molto più del benessere, della ricchezza e di qualsiasi altra emozione forte. Infatti tutto questo, prima o poi, sfuma inesorabilmente, mentre la pace che Dio dà al nostro cuore è qualcosa di stabile; essa è frutto del suo amore, non di un nostro sforzo, che pure ci vuole, ma non senza di lui.
Come disporci per essere capaci di riceverla con frutto?
Si tratta di considerare ed imitare l’atteggiamento ed il comportamento di Maria Santissima, nonché quello di Dio stesso. Eccone un paio, suggeriti dalle letture ascoltate.
“Dio mandò suo Figlio nato da donna”.
Gesù Cristo, il Verbo di Dio eterno, ha avuto bisogno di una donna per essere come uno noi; in questo caso, ha avuto bisogno della Vergine Maria.
Ora, se Dio ha avuto bisogno di lei, chi siamo noi da poter fare qualcosa senza di lei?
Seconda considerazione. Maria Santissima, per il testamento di Gesù, è anche nostra Madre.
Ora, quale figlio non cerca di imitare la propria madre? In che cosa, soprattutto, imitarla?
Se abbiamo ascoltato bene il Vangelo, ce lo ha detto chiaramente: “Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.
Cosa significa: “Custodiva”?
Significa che non sprecava nulla in discorsi superficiali ed inutili, sapeva mantenersi in riflessione e silenzio, non dava giudizi sugli altri con leggerezza, come purtroppo e spesso capita a noi.
Cosa significa: “Meditandole”?
Significa che faceva una sintesi delle parole degli gli eventi che si susseguivano intorno a suo Figlio – oggi ad esempio il fatto dei pastori che lodano e glorificano Dio - accostandoli l’uno accanto all’altro, cercando di capire cosa le chiedesse Dio, per poi metterlo in pratica.
Questo compito è molto importante per tutti noi.
Siccome nulla avviene per caso, dovremmo sempre più abituarci a saper leggere e mettere insieme tutto quello che capita nella nostra vita personale e di famiglia, nella vita degli altri, negli eventi della storia e del mondo, sia in quelli belli che in quelli tragici e dolorosi, per scoprire cosa ha da dirci il Signore.
È così che siamo persone riflessive e di fede; e solo così cresciamo nella fede e nell’amore.
Solo così avremo pace dentro di noi e saremo capaci di diffonderla.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello