Seconda Quaresima C TrasfigurazioneTesti liturgici: Gen 15,5-12.17-18; Sl 26; Fil. 3,17 – 4,1; Mc 9,28-36
Per documento: clicca qui

Cosa dice a noi questa seconda domenica di quaresima, in relazione al nostro cammino di conversione a cui, in questo tempo di forte grazia, siamo chiamati?
Partiamo dal Vangelo. Anche i tre discepoli, sul monte, hanno dovuto fare un cammino di conversione. Partono dalla confusione di Pietro: “Non sapeva quel che diceva”; e dalla paura generale: “All’entrare nella nube ebbero paura”; fino ad arrivare ad udire quella voce forte che esce dalla nube e che dice: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”; infine, il silenzio generale: “Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto”.Vediamo di applicare a noi.
Anche nella nostra vita, molte volte, non ci si capisce niente; spesso è costellata da confusioni e paure varie. Come uscirne?
Abbiamo bisogno di fare nostra quella voce: “Ascoltatelo!”. Però, per capirla, abbiamo anche bisogno di essere “condotti fuori”, come per Abramo; oppure di essere “portati sul monte a pregare”, come per i tre discepoli.
In altre parole, si tratta di uscire fuori dall’ambiente quotidiano per meglio “ascoltare Lui”, per meglio capire e fare maggiore ordine nella nostra vita. Se giungiamo a questo, siamo sulla strada della conversione.
Cosa vuol dire, concretamente, uscire dall’ambiente di tutti i giorni?
Ecco, in questo momento siamo fuori dall’ambiente solito. In questo luogo le cose di ogni giorno non sono da gettarsi, ma non possono e non devono condizionarci o distrarci; siamo qui per vederle sotto un’altra luce. Come è importante in tale senso la domenica!
Ma c’è bisogno di creare altri tempi, lungo la settimana. Pertanto, da soli o in famiglia o in comunità, è necessario creare spazi per leggere e ascoltare la Parola, facendo silenzio in riflessione e preghiera. Anche questo è un uscire dall’ambiente, come detto sopra.
Ovviamente l’ascolto – come detto - porta al silenzio, cioè a riflettere se siamo in sintonia su quanto dice il Signore e, di conseguenza, se siamo decisi a cambiare, convertendoci.
Purtroppo, nella preghiera, troppe parole nostre usiamo; poco spazio, invece, dedichiamo al silenzio per il vero ascolto e per la necessaria riflessione. Se manca questo non possiamo né vedere, né gustare le grandi opere che compie il Signore, come è avvenuto per Abramo e per i tre discepoli.
Ecco cosa vede Abramo: “Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle”. Impossibile, avrà detto Abramo; impossibile diciamo anche noi. Ebbene, continua il Signore: “Tale sarà la tua discendenza!”.
Abramo crede. Pur tuttavia, vorrebbe una prova e una garanzia. Dio gliela concede attraverso quel rito che rispecchia le usanze del tempo. Gli animali squartati, tra i quali passa un fumo denso e una fiaccola ardente, stanno ad indicare che tale sarà la sorte di chi non è fedele al patto. Dio rimarrà fedele. Quel rito è il suo giuramento di fedeltà.
Se Dio è stato fedele con Abramo, altrettanto lo è e lo sarà con noi, avendolo giurato attraverso la morte e risurrezione di Gesù. Ci crediamo a questo?
È che, quando Dio agisce, non ce ne rendiamo conto, come è successo ad Abramo: “Un torpore cadde su Abramo, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono”.
Pertanto, il non capirci nulla (grande oscurità) ed anche certe paure che ci assalgono (terrore), il non renderci conto della presenza del Signore (un torpore) potrebbero anche esserci nella nostra vita; ma il Signore rimane fedele ed è sempre con noi per donarci quello che è il meglio, come ha fatto, mantenendo la promessa, con Abramo: “Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate”.
E allora, ammesso pure che nella nostra vita ci siano dubbi e timori e che spesso non ci capiamo niente, sorretti dalla fede, con un atto di volontà, cioè di amore, diciamo: “Signore, ho fiducia in te, mi metto nelle tue mani”.
Solo così il Signore può compiere prodigi, facendo il nostro vero bene, proprio perché non è impedito da noi.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello