TrinitaTesti liturgici: Pr 8,22-31; Sl 8; Rm 5,1-5; Gv 16-12-15
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Tutti noi celebriamo feste di famiglia. E’ il momento in cui si incontrano genitori, figli e nipoti in occasione di qualche ricorrenza. In quel giorno si fa festa insieme. È festa di famiglia e ci si sente tutti uniti, come una sola famiglia.
Anche Dio è famiglia in se stesso e chiama tutti noi a fare famiglia con lui. Questo avviene ogni domenica.
Oggi siamo riuniti per fare particolare festa a Dio stesso, che è famiglia. E’ la festa della Santissima Trinità.
Essa è composta di tre persone; è una sola famiglia ed è un Dio solo!
Ora ci poniamo una domanda. Dove sta la differenza tra la sua famiglia e le nostre famiglie?
Nelle nostre famiglie, pur essendo una sola famiglia, a volte tra i componenti vi sono diversità di vedute, ci sono disaccordi, tanto che, spesso, ognuna va per i fatti suoi.
In Dio questo non avviene. In lui c’è una unità ed un accordo perfetto tra le persone, tanto che, come nome, egli si è definito “Amore”: questo vale per tutte e tre le persone. Lo è dall’eternità, e sarà sempre così. Se non fosse così, non sarebbe più Dio.
Come si chiamano queste persone, in perfetto accordo, da essere un Dio solo e l’unico Dio?
Che siano tre, lo veniamo a sapere leggendo la Bibbia e ascoltando la parola di Gesù. Oggi qualcosa ci è stato detto.
La prima persona è il Creatore e Padre misericordioso; l’altra è il Figlio, Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; la terza è lo Spirito Santo che tutto muove verso la meta finale.
Tre Persone che sono un solo Dio, perché tutte e tre – come detto - sono “Amore”: il Padre è “Amore” eterno; il Figlio è “Amore” che nel tempo il Padre ha donato a noi; lo Spirito è “Amore” che il Figlio ha effuso in noi per santificarci e per aver la forza di ricambiarcelo l’un l’atro.
La prima lettura di oggi si è soffermata sulla seconda persona denominata “Sapienza” e che è Gesù Cristo. Essa, generata da sempre, è irradiazione della bontà di Dio, ed è presente quando Dio crea il mondo.
C’è una espressione bellissima, riferita alla Sapienza nel momento della creazione: “Giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”.
Cosa che nel tempo si è realizzata. Infatti, incarnandosi, si è fatta una di noi e lo chiamiamo Gesù Cristo. Egli ci mostra il pensiero del Padre.
Giustamente abbiamo risposto alla lettura: “O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!”.
La seconda lettura si sofferma sul dono dello Spirito ed usa queste testuali parole: “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.
Il Vangelo, a sua volta, si sofferma nel dire che Gesù non ci ha potuto rivelare tutto quello che riguarda il Padre, ma proseguendo dice: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”.
Ecco perché abbiamo bisogno di invocare spesso lo Spirito: “Vieni, Spirito Santo, riempici dei tuoi doni. Con la tua presenza ed azione, tutto sarà rinnovato”.
Allora, concludendo, il mistero dell’Unità e Trinità di Dio non è tanto un mistero da capire con la mente, ma è una realtà da vivere immergendoci in essa per mezzo dell’amore e della carità.
Quanto più sapremo amare davvero, tanto più faremo esperienza, sia pur limitata, dell’essenza stessa di Dio, Uno e Trino e che è “Amore” e felicità eterna, che partecipa a noi.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello