Formazione liturgica
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
1 ottobre 2023 * S. Teresa del B. Gesù
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santo-rosario-ammanA cura di Alfio e Anna

Una piccola e brevissima riflessione questa sera che è l’8 maggio, la Beata Vergine del Rosario, sulla preghiera del santo rosario.


La preghiera del santo rosario ha radici molto profonde e nella sua struttura litanica e ripetitiva, addirittura precedenti il cristianesimo. Perché dico questo? Perché la formula di pregare in maniera litanica e ritmica appartiene all’uomo della Bibbia. Da sempre l’uomo della Bibbia obbediente al primo comandamento “ Ascolta Israele, il Signore è nostro Dio… queste parole che oggi ti dono le ripeterai quando sarai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai..” cioè sempre.. allora l’uomo della Bibbia che cosa ha fatto? Ha riempito la giornata con la preghiera, con la preghiera dei salmi, che noi per esempio facciamo con il salterio o con delle benedizioni che in ebraico si chiamano Berakà. Tali benedizioni che si fanno per ogni occasione anche per quelle che noi consideriamo un po’ disdicevoli, quando per esempio si va al bagno… ma l’uomo della Bibbia ringrazia Dio anche perché riesce ad esplicitare tutte le sue funzioni corporali. Quindi per l’uomo della Bibbia tutta la giornata e tutta la propria vita e tutta la nostra corporeità può e deve essere ritmata dalla preghiera.

Quindi i cristiani hanno fatto proprio questo modo di pregare della Bibbia perché, non ci dimentichiamo che, i primi cristiani erano ebrei. Gesù era ebreo, la Madonna era ebrea, san Giuseppe era ebreo e quindi utilizzavano questo modo di pregare e questo modo di pregare poi è passato non solo dai primi cristiani delle comunità ma si è cristallizzato in una formula molto bella che è un po’ tipo quella che abbiamo fatto noi questa sera che è quello utilizzato dagli Abbà del deserto dai grandi monaci: s. Antonio, Pacomio, ecc. quando andavano nel deserto utilizzavano spesso la parola di Dio per ritmare la giornata con piccole invocazioni. Ad esempio: Signore mio Dio abbi pietà di me! Oppure, per esempio stasera abbiamo detto, più volte, Signore non abbandonare l’opera delle tue mani si ripete questa invocazione, profondamente biblica, costantemente, finché diventa pure una litania che ritma la giornata.

E questo ritmare, dicevano i monaci del deserto, espresso con le labbra e ritmato con il respiro, quindi né troppo veloce né troppo lento - quando noi siamo con l’ansia il respiro è veloce, quando siamo troppo rilassati è troppo lento - quindi un ritmo giusto un ritmo che segue i battiti del cuore, in tal modo la preghiera, detta continuamente, aiuta la mente a meditare i misteri di Dio, quindi la voce e il respiro emettono la preghiera…. Signore Dio mio abbi pietà di me… Signore Dio mio abbi pietà di me… costantemente ed il mio cuore e la mia mente medita non solo quello che dico ma i grandi misteri in cui Dio mi ha immerso. Questo aiuta a fare della nostra vita una preghiera qualunque cosa stiamo facendo, siccome come ci ricordava don Mirco, il celebrante, siamo spesso tiranneggiati e distratti da tante cose è fondamentale, non è accessorio, è “vitale” ritmare la nostra giornata con la preghiera costante.

Nel medio evo, tardo medio evo, quindi dopo san Francesco, si è incominciata a strutturare quella preghiera che noi facciamo spesso che non era in principio così strutturata: l’Ave Maria.

Intorno al 1300 in modo particolare hanno avuto molta importanza tutti gli ordini mendicanti, san Francesco e soprattutto in quel che ci riguarda questa sera, san Domenico, i quali hanno aiutato la gente a meditare i misteri del vangelo. Il vangelo non era così accessibile come noi ce lo abbiamo adesso, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II e la costituzione dogmatica Dei Verbum, ma aiutavano le persone i fedeli, la gente, la comunità fornendo delle immagini su cui pregare. Francesco in questo era un campione perché era estremamente concreto. Lui aveva meditato nel suo cuore tante volte il presepio finché dal suo genio nello Spirito dice, nel 1923, io desidero vedere con i miei occhi la nascita di nostro Signore e nasce il presepio di Greccio. Vedete come la meditazione poi si fa immagine visiva, questo è molto importante, soprattutto per i paolini che hanno bisogno di mezzi, secondo il carisma del fondatore, costantemente aggiornati per annunciare il Vangelo. E’ importante che ci sia una grande consonanza tra la meditazione, la preghiera e l’annuncio visivo. E’ importante questo, se c’è dissonanza e, magari non volendo, si comunica qualcosa che non riguarda il Vangelo ma le nostre umane idee.. c’è qualcosa che non va.

Allora il rosario è nato proprio con questa esigenza: fornire alla gente semplice il modo di meditare costantemente, tramite quindici misteri, il Vangelo, e quindi il Rosario non è soltanto una preghiera automatica ma è una preghiera meditata ma non perché si medita l’Ave Maria, che sarebbe comunque una cosa ottima, ma perché l’Ave Maria aiuta a dare ritmo al mistero che viene proclamato.

A volte noi possiamo dire una decina ma se ne diciamo undici o nove non è che succede niente a volte uno viene preso dal mistero e magari ne dice una di più.. non è che succede niente.

Quello che è importante è che in quella preghiera: Ave Maria piena di grazia, preghiera semplice che noi facciamo, fatta metà con le parole del Vangelo e metà, nella seconda parte costruita dalla chiesa a sua volta legata strettamente all’antichissima preghiera di cui abbiamo già parlato il Sub Tuum Presidium, noi meditiamo i misteri proposti.

Il rosario è nato come preghiera per meditare i misteri del Vangelo, una preghiera molto importante perché ci aiuta a fare proprio quello che dicevamo.

Il recitare l’ave Maria di continuo ci aiuta a mantenere il respiro e la voce che parla di Dio, che parla di Dio costantemente e questo è molto bello. E’ bello che lo facciamo anche tra di noi perché la prima forma di annuncio si fa in casa, la prima forma di annuncio si fa nella comunità.

Questo è molto importante.. è importante che ci siano i fratelli e le sorelle che ti aiutano e ti confermano nella fede, ti dicono le cose belle della fede. Fratelli e sorelle che siano per te un po’ come il Cireneo: pronunciando parole di fede aiutano a sostenere la tua fede. Quando uno annuncia, dice San Giovanni Paolo II, la fede si rafforza donandola; fa bene a chi la riceve, fa bene a chi la pronuncia.

Come l’acqua che esce fuori da una fonte irrora tutta un oasi di deserto.

Il Rosario serve a questo, ad annunciare costantemente la parola e meditare con la mente e con il cuore i misteri del vangelo, quindi va recitato né troppo lentamente, a meno che uno sta in un contesto privato, in tal caso può recitarlo con un ritmo legato al suo stato di contemplazione.

San Francesco, un giorno, tornando da Perugia, stava camminando per via con frate Masseo. Fra Masseo dice a Francesco: recitiamo i Pater noster finché arriviamo ad Assisi. Allora Masseo quando arrivarono ad Assisi disse io ne ho recitati 100 e tu quanti ne hai detti? Io dice Francesco mi sono fermato a Padre.

Francesco era così… quindi può succedere che nella preghiera personale abbiamo dei ritmi che seguono ciò che lo Spirito ci chiede. Però nella preghiera comunitaria è importante che manteniamo un ritmo nella preghiera dell’Ave Maria e che con la mente e con il cuore meditiamo i misteri del Vangelo, perché diventino carne nella nostra vita.

Paul Freeman

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davanti al Padre,

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