Omelia delle domeniche e feste Anno A
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
11 dicembre 2025 * S. Damaso I papa
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3 Chiamata apostoliTesti liturgici: Is 8,23-9,3; Sl 26; I Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23
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“Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Con queste parole inizia la vita pubblica e la predicazione di Gesù. Parole che valgono per sempre e che di conseguenza oggi ripete a ciascuno di noi.
Cosa vuol dire convertirsi?
Faccio una similitudine. Se prendo il treno per andare a Bologna, in quanto ho un appuntamento molto importante per una offerta di lavoro che deciderà il mio futuro e quello della mia famiglia, una volta che il treno è giunto in stazione, sento annunciare dagli altoparlanti: “Bologna! Stazione di Bologna!”.
Ciò significa che con sollecitudine devo alzarmi e scendere per essere puntuale nel luogo dell’appuntamento, altrimenti per quello stesso orario mi ritroverei a Modena. La conseguenza del fatto è che, avendo perduto l’appuntamento, ne subisco le conseguenze, cioè si vanifica quella possibilità di lavoro.
Analogamente, è quello che intende dire Gesù: “Il Regno di Dio è arrivato! Accoglietelo, non perdete tempo, altrimenti si vanifica un appuntamento molto importante, quello della vostra salvezza e della vostra felicità, sia su questa terra, sia per l’eternità”.
Infatti, convertirsi significa proprio questo. Si tratta di non perdere mai l’appuntamento con Dio, appuntamento che si ripete ogni giorno.
Però, attenzione ad un rischio; a quello di ridurre e limitare il significato della vera conversione stessa, che è molto profondo.
Infatti, alcuni pensano che la conversione consista solo in un certo comportamento: da non credente a credente; da non praticante a praticante; da disonesto ad onesto; da un mal comportamento ad un comportamento più buono e benevolo, e così via.
Niente da dire, anche questo è conversione. Ma solo questo?
Per quale motivo mettiamo in atto questo comportamento?
Si tratta di discernere il motivo che ci spinge a questo.
È solo per motivi umani, limitati all’effetto che ne segue a proprio vantaggio, o lo è innanzitutto per la scoperta di un disegno divino.
Pertanto, non si tratta solo di un comportamento. Il comportamento ne è la conseguenza.
Si tratta, invece, di un cambiamento di mentalità, di modo di pensare.
Si tratta di pensare non secondo le logiche umane, ma secondo quelle di Dio, le quali a loro volta raddrizzano anche quelle umane.
In altre parole, si tratta di scoprire e di compiere ogni giorno la volontà di Dio, cosa questa che, alla fine dei conti, sempre torna a nostro vantaggio.
Scendiamo al pratico. Prendiamo una proposta che Dio ci ha presentato proprio oggi. Ci ha detto per mezzo di Paolo: “Non vi siano divisioni fra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire”.
Questo non significa che non possano esistere pensieri e vedute diverse. L’importante è che siano utilizzati in armonia, per il bene reciproco.
Per similitudine, è come avviene in una banda musicale. Non è detto che tutti debbano suonare lo stesso strumento, anzi più ce ne sono e meglio è. L’importante è che ci sia armonia di accordo fra tutti, sotto la guida di un maestro; altrimenti ci sarebbe una grande stonatura.
Così nella vita cristiana. Se non siamo guidati da un solo maestro che è il Signore, anche se si serve di persone che fungono da mediazione, ma ognuno tira avanti secondo il proprio punto di vista (“io sono di Paolo, io sono di Apollo, io sono di Cefa”) si creano disarmonie, si creano disaccordi.
Purtroppo il rischio è molto forte. Capita anche a coloro che si illudono di essere in piena armonia con la volontà di Dio, perché fanno preghiere, frequentano la chiesa e compiono opere di bene.
Il fatto potrebbe accadere, facilmente e purtroppo, anche nelle nostre comunità parrocchiali. Potrebbe succedere anche a coloro che sono in prima fila, o perché sono catechisti, o perché aiutano nelle attività parrocchiali e pastorali, oppure per l’appartenenza a movimenti, associazioni e gruppi di preghiera.
Come c’è veramente bisogno di conversione, per tutti!
“Convertitevi, perché il regno di Dio è vicino!”, continua a dirci il Signore.
                                                    Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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