Omelia delle domeniche e feste Anno A
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
26 marzo 2025 * S. Felice vescovo
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Tentazioni di GesùTesti liturgici: Gen 2,7-9.3,1-7; Sl 50; Rm 5,12-19; Mt 4,1-11
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“Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”.
Chi è il diavolo? Ci siamo mai chiesto quale sia il significato etimologico del termine?
Esso è definito anche con altri vocaboli, tra cui quello usato, sia pure in maniera simbolica, dalla prima lettura, quello cioè di “serpente”.
Altrove è definito avversario, tentatore, demonio, satana.
Comunque, la parola che meglio gli si addice, è “diavolo”, proprio come si è espresso il brano evangelico di oggi.
Cosa significa diavolo?
Diavolo significa colui che divide, colui che mette la confusione, colui che inganna, colui che è bugiardo per natura; colui che mette in disaccordo le persone, con tutte le conseguenze che ne seguono.
Perché fa questo?
Perché è invidioso del fatto che noi siamo figli di Dio. Ed allora, proprio per invidia e dispetto, vuol distoglierci dal fare la volontà del Padre celeste; vuole a tutti i costi impedire che giunga a noi il suo amore.
L’azione che mette in atto, per riuscire nel suo intento, la chiamiamo “tentazione”.
Anche Gesù, come abbiamo ascoltato, è stato tentato.
Ebbene, le tentazioni di Gesù sono le stesse che subiamo anche da noi.
Come avvengono e in cosa consistono?
Si svolgono su tre fronti.
Nel primo fronte si parla di “pane”; per esso si intende il voler star bene nella vita, a tutti i costi.
È proprio di questo settore che fa parte il benessere economico, la ricchezza, i possedimenti, i soldi.
Non che il benessere economico sia male; lo diventa quando vuol sostituirsi a Dio, quando diventa un idolo. Ed è proprio questo che vuole il diavolo.
Anzi, c’è di più. Il diavolo propone di raggiungerlo presto e senza fatica.
Ecco, pertanto, che tenta Gesù a guadagnarsi il pane senza lavorare, approfittando del potere che ha in mano, in quanto figlio Dio. Con una sola parola, le pietre potrebbero diventare pane.
Riferito a noi, dove ci porta questo tipo di tentazione?
Ci porta a cadere nella disonestà e nelle ruberie, a non impegnarci nel lavoro, a guardare gli altri con invidia; ci porta a vivere nella corruzione, sino a perpetrare omicidi, pur di raggiungere lo scopo.
Nel secondo fronte si parla di fatti spettacolari, di ricerca del sensazionale.
Dice a Gesù di buttarsi giù dal pinnacolo, tanto non correrebbe nessun rischio; ci saranno gli angeli a salvarlo. Per di più, questo fatto sensazionale farà battere le mani a chi vi assiste.
Riferito a noi, è voler essere sempre al primo piano, è voler primeggiare, è volere a tutti i costi essere presi in considerazione, essere stimati da tutti.
Nulla da dire nell’essere considerati, ma non dobbiamo dimenticare che tutto è dono di Dio, non semplicemente nostra bravura.
Nel terzo fronte si parla di acquistare gloria, avendo potere su tutti i regni del mondo.
È la tentazione del potere e del comando, è quella di stare al di sopra di tutti, tenendo sottomessi gli altri; quella di avere sempre l’ultima parola.
Non che l’essere a capo sia male, lo diventa quando, invece di servire gli altri, ci serviamo degli altri per il personale prestigio e interesse.
Gesù come vince le tentazioni?
Non si mette a dialogare col diavolo perché, essendo egli astuto, correrebbe il rischio di peggiorare la situazione; ribadisce la ferma volontà di fare solo quello che è gradito al Padre; sceglie di rifugiarsi nella parola di Dio, ed infatti risponde citando i relativi brani.
Come vinciamo noi le tentazioni?
È possibile solo se ci schieriamo fermamente dalla parte di Dio. Ciò avviene siamo fedeli nell’ascoltare la sua Parola la quale continuamente ci indica come essere vittoriosi nella, lotta contro il diavolo.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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