Testi liturgici: Nm 6,22-27; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21
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Abbiamo sentito come la liturgia ci fa iniziare il nuovo anno civile?
Lo fa con una solenne benedizione di Dio. Ne abbiamo proprio bisogno per il grande marasma nel quale stiamo vivendo! Ebbene, questa è la più potente benedizione che possa esistere perché è uscita dalle labbra stesse di Dio.
Con essa manifesta la sua presenza, ci custodisce sempre ed ovunque, ci concede ogni grazia necessaria per la nostra vita, ci mantiene nella pace, una pace che non assomiglia a quella degli uomini che, purtroppo, è sempre squilibrata, incerta e non duratura.
La benedizione di Dio si ferma solo alle parole o vi è nascosto un qualcosa di concreto?
Il concreto sta nel fatto che il Signore Dio ha mandato sulla terra il suo Figlio Gesù che, pure rimanendo Dio, si è fatto anche uno di noi. E, se si è fatto uno di noi, lo è stato perché Maria Santissima ha acconsentito al progetto di Dio.
Ed ecco, allora, che oggi veneriamo il suo privilegio e la sua grandezza riconoscendola come veramente è, come Madre di Dio. Se Dio Padre sin dall’eternità poteva dire “questo è mio figlio”, anche Maria nel tempo può ripetere “questo è mio figlio”. E’ proprio quello che intende dire Paolo ai Galati: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna”.
Ciò premesso, dobbiamo concludere che è attraverso di loro che passa ogni benedizione di cui Maria Santissima ne è la garante.
Ovviamente, perché tale benedizione porti i suoi effetti, da parte nostra è necessaria una grande fede.
Si tratta di sgomberare l’anima da tutto quello che non piace a Dio, che oscura la sua presenza e che non gli permette di agire liberamente.
Ad esempio, succede quando qualcuno, pur dicendo di credere in Dio, di fatto si rivolge ad altre persone, non certo per chiedere l’intercessione della preghiera, ma per consultarle ed ottenere da loro parole o strumenti che hanno di superstizione o, peggio, che utilizzano forme di magia con operazioni occulte. Con questo, mancando la piena fiducia in Dio, non solo non ricevono la benedizione, ma addirittura la maledizione, anche se in un primo momento potrebbe non sembrare.
Qual è, invece, l’effetto della benedizione di Dio?
L’effetto sta nel fatto che ci dona e ci aiuta a vivere nella pace, a cominciare da quella dentro di noi. Ed è proprio questa pace interiore che rende felice, ed in maniera duratura, la nostra vita. Solo questa è garanzia per avere anche quella nel mondo.
Questa pace donata dal Signore, supera infinitamente quel tipo di tranquillità che potrebbe pervenire solo dal benessere, dalla ricchezza, dalla salute, tutte cose che di fatto non sono sicure e tantomeno durature.
E’ proprio quello che ci insegna il brano evangelico, soprattutto attraverso i pastori ed il comportamento della Vergine Maria.
I pastori credono alla parola degli angeli, non la mettono in dubbio. Nessun dubbio anche se non vedono nulla di straordinario, ma semplicemente una giovane coppia di sposi, poveri ed indigenti, con un bambino normale nato da pochi giorni, posto nella mangiatoia di animali. Eppure, nonostante questo, si inginocchiano e adorano. Questo avviene perché credono.
Anche noi potremmo essere più felici, più in pace e beati, se sapessimo riconoscere e credere veramente alla continua presenza di Gesù nella nostra vita.
Ma, attenzione!
Bisogna essere capaci di riconoscere, leggere e comprendere. Infatti, essa non si manifesta in maniera straordinaria, ma nella vita ordinaria di tutti i giorni, così come si svolgono.
Come rendersi conto di questo e come viverlo?
Si tratta di assumere l’atteggiamento riflessivo di Maria, della quale è detto: “Custodiva queste cose meditandole nel suo cuore”.
Poche parole, ma molta riflessione. Si tratta – lo ripeto ancora - di saper leggere tutto quello che capita, solo sotto la luce di Dio, cercando di comprendere quello che intende volerci dire il Signore.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello