Espressioni e scritti
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
19 aprile 2024 * S. Leone IX papa
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Lamera presso edicola
Siamo ancora lieti di presentare una raccolta di pensieri vari espressi da don Stefano Lamera in varie circostanze.
Per il documento: clicca qui

Il vero amore"
Amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se io devo amare un altro come me stesso è amore sempre con un po’ d'interesse, cioè, con questa formula si arriva proprio all'occhio per occhio, dente per dente. Se tu mi dai un pugno, te ne do un altro perché mi difendo...
Ed ecco che il comandamento del Nuovo Testamento è tutto diverso: amatevi come io vi ho amato. Quindi noi siamo chiamati a una dimensione nuova dell'amore. Gesù ci ha amato per primo, senza aspettare il ricatto, Gesù ci ha amato quando eravamo nemici, perché tutti peccatori, Gesù ci ha amato morendo per noi... senza chiedere niente!
L'amore comincia dove? Tu dai senza avere ... perché io vi ho amati così. Quindi io devo amare lo stesso, anche se non sono corrisposto..., amate anche i vostri nemici e coloro che vi fanno male e vi perseguitano, perché Cristo ama quelli che lo crocifiggono e dice... perdona loro perché non sanno quello che fanno.... Questo è amore cristiano!"

Famiglia la più bella opera di Dio

“I profeti di sventura possono descrivere tutti i sintomi di una prossima sparizione della famiglia e la presa in mano delle sue funzioni da parte della grande macchina dello Stato, ma il cristiano sa che Dio non lascia distruggere la sua più bella opera. Non è tanto discutendo o moltiplicando le parole in riunioni o tavole rotonde che si migliora la famiglia, prima cellula della società, ma è vivendo da santi l'impegno della propria vita.

Se Dio si è rivelato a noi come Padre, se Cristo ama la Chiesa come lo sposo ama la sposa, come possiamo non aver la certezza che la famiglia esisterà fino alla fine, per offrire al Mondo una testimonianza d'amore?".

 Ho bisogno di fare genitori santi

".... Don Alberione dice: io ho bisogno di fare dei genitori santi allora cambierà veramente il mondo, perché i genitori hanno la stabilità, i giovani non ce l’hanno.

Le Parrocchie che si fondano solo sui giovani sono Parrocchie... altalena, ...perché?

Perché i giovani sono instabili, è la loro natura.

Ci vogliono quelli che sono stabili: i genitori che non sono più altalena.

Ecco allora la necessità, nella Chiesa, nelle parrocchie, di assicurare con la grazia di Dio, queste famiglie, questo lievito che santificherà. Difatti nella vostra professione c'è: per la santificazione mia, per la mia famiglia e la santificazione di tutto il mondo... ecco il fine della vostra consacrazione!

Per la santificazione mia, della mia famiglia e di tutte le famiglie del mondo.

C'è opera più sociale di questa? C'è discorso più aperto di questo? E come si realizza?

Dentro di noi. Solo così si diventa veramente capaci di comprendere tutti e donare tutto”.

 La preghiera per i figli

"Molti genitori piangono per i loro figli perché hanno parlato troppo e pregato poco.

Quante ore alla televisione, quanto tempo con gli amici, quanto al bar, quanto tempo... poi in chiesa l'occhio corre al polso sinistro per contare il tempo a Dio e questo anche alla messa!

La Santa Messa fatela celebrare per i vostri figli quando sono vivi non quando sono morti!".

Fatevi santi

"La santità è la più grande opera sociale che possiamo fare al mondo.

Il più grande discorso sociale è la mia santificazione! Perché se io mi faccio santo, porterò pane ai poveri, ma soprattutto grazia di Dio all'umanità. Farsi santi è il più grande apporto di bene per l'umanità: prima a voi, poi alla vostra famiglia, poi alla vostra parrocchia, poi alla Chiesa, poi all’umanità, perché ciò che benefica veramente l'umanità è la grazia di Dio!"

Quando la povertà è ricchezza

"Povertà è tutto il necessario per voi e per i vostri figli...Poi, dopo il necessario ci viene l'utile. Anche qualche cosa di utile è bene avere: qualche riserva, certo, per i casi imprevisti ci vuole, questo è chiaro no? Necessario, utile: state attenti alle parole che diciamo! Lusso non è più povertà!

Se io ho bisogno di un buon orologio basta che mi segni le ore e che vada bene. Se devo comprarne uno, lo comprerò di buona marca, perché mi duri tutta la vita, come questo qua... Mah! credo che sia di acciaio, non so.

Perché devo avere un braccialetto di oro sopraffino lavorato, perché? E' un lusso! Può darsi che qualcuno ve l'abbia regalato e che ve lo teniate come ricordo, ma se voi volete fare una spesa, fatela, per qualcosa che sia necessaria, utile, che vi serva veramente, con la massima garanzia.

La vita non dipende dai beni che si possiedono. Ogni famiglia deve avere il suo patrimonio di famiglia, giusto... Voi siete tutti amministratori di Dio, perché i beni che Dio vi ha dato sono per il patrimonio di famiglia, e voi dovete tenerne conto per i vostri figli, voi soprattutto dovete sistemare i vostri figli nella vita, non lasciando loro un patrimonio, ma preparandoli a costruire la loro vita. Date loro la soddisfazione di costruirsela come voi avete costruito la vostra... partendo da quello che la Provvidenza vi lascia... con un certo margine, ma più in là, più in là no! Non è più povertà e non è più cristianesimo.

Che voi abbiate una villa, una casa vostra è giusto, voi la potete avere. Che voi abbiate un'altra casetta in montagna, sono tutte cose che oggi si consentono.

Ma il superfluo spendetelo in carità.

Dio lo rende centuplicato sotto forma di benedizioni, perché quel che spendi in carità, va in benedizioni di domani e sarà la tua vera ricchezza!

Facendo il voto di povertà si entra in uno spirito. Sono un amministratore dei beni di Dio, quindi bisogna tener conto di tutto.

Sono un amministratore: significa rendere ragione della tua amministrazione, ecco il concetto di povertà. Non sono il padrone, sono un amministratore e tutto quello di cui ho bisogno e che mi serve lo capitalizzo, cioè posso averlo, ma tutto quello che non mi serve, che è in più, che non è necessario, utile, che è un lusso, superfluo, posso darlo.

La povertà è una grande ricchezza per la famiglia!".

 Il dovere dell’apostolato

"Voi sapete qual è il cognome di San Paolo? E' sempre Apostolo! Paolo Apostolo di Gesù Cristo, Paolo, per virtù di Dio, Apostolo; Paolo, per grazia di Dio, Apostolo... Apostolo è il suo cognome!

Il dovere dell'apostolato è di tutti i battezzati, perché abbiamo ricevuto la cresima e la cresima è il sacramento che ci obbliga a lavorare per Gesù Cristo, in qualche modo, ognuno secondo la sua possibilità, a quei mezzi che noi diciamo della comunicazione sociale, e che rendono possibile a tutti, in qualche modo, di fare qualcosa.

Sentiamoci come San Paolo e in San Paolo, debitori a tutti gli uomini ignoranti e colti, cattolici, pagani, musulmani. Tutti amiamo. A tutti il nostro apostolato".

La pace e la guerra sono nelle nostre mani

Dipende da noi: da tutti e da ciascuno!

Responsabili della guerra e della pace non sono soltanto gli uomini di governo e i capi delle Nazioni. No! La pace e la guerra dipendono anche da me che scrivo e da te che leggi.

E' questa la grande verità del Vangelo alla quale molti non vogliono pensare per non sentire il peso delle loro responsabilità.

Le Nazioni e i continenti sono agli occhi di Dio come una sola famiglia; tutti i battezzati, poi, formano in Gesù Cristo un solo Corpo. Nessuno è solo per sé ma ognuno influisce su tutti.

Quando la sproporzione tra il male e il bene, tra i cattivi e i buoni oltrepassa ogni limite, il Signore abbandona i Governanti e i loro insani pensieri e allora prevalgono le passioni e gli odi, si scatenano feroci lotte e sopravviene la desolazione.

Al contrario, l'amore e la bontà dei singoli generano amore e bontà in tutti. La preghiera rivolta a Dio per il bene dei fratelli sale a Lui gradita e accende in molti altri cuori il desiderio di Dio.

La più umile vecchietta, col suo Rosario, decide le sorti del mondo più dei governanti, perché mette le sue mani al volante della storia, là dove le mette Dio!

I cuori dei governanti sono nelle mani di Dio ed Egli li volge al bene quando cresce il numero di coloro che divengono, con la vita, costruttori di pace e di bene.

La visita eucaristica

"Tutte le pratiche di pietà meritano stima, hanno il loro valore, ma dopo la Santa Messa e la Santa Comunione, nessuna pratica di pietà vale la visita eucaristica. Non dimenticatelo mai! Insegnatelo ai vostri figli! Egli è là che ci aspetta, per comunicarci la sua luce, la sua grazia, il Suo conforto per ricoprirci di doni. Non ci lascerà, mai partire da Lui senza averci beneficati.

Egli è là che ci aspetta...

Dio abita in mezzo a noi, Egli desidera incontrarsi con noi e parlare con ognuno di noi; "Ivi mi incontrerò con voi e vi parlerò".

Non dimenticatelo mai! Insegnatelo ai vostri figli!"

La vita divina di tuo figlio

"Verrà il momento che la Parola di Dio farà quello che ha fatto per Sant'Agostino. La parola di Dio vi santificherà e costruirà la famiglia. La forza di questa piccola chiesa, che è la famiglia, capolavoro di Dio, cresce con la Parola di Dio che è nel cuore vostro. Tu sai che tuo figlio ha in sé un'altra vita, la vita divina. Altrimenti, perché lo hai fatto battezzare?

Per questa vita divina, papà e mamma, siete preoccupati come per la vita naturale? Tu, genitore, sei obbligato, almeno di pari obbligo, ad aver cura della vita umana e della vita divina che è nel tuo bambino. Gesù Cristo ti dice che è più importante salvare la vita divina che quella naturale. Volete che vada all'inferno e perda l'anima e il corpo? Non temete, non temete quelli che possono uccidere il corpo ... dopo un tanto non possono fare di più.

E' dopo, che comincia il bello! Per la fede è così, no?

Questo figlio è figlio di Dio, ha una vita che dà significato alla vita naturale e questo non avrebbe significato se non ci fosse la vita divina. Non varrebbe a nulla vivere, se non ci fosse stato dato di vivere per l'eternità come figli di Dio. Ed ecco allora la Parola di Gesù: non temete quelli che possono uccidere il corpo, ma temete quelli che possono uccidere l'anima e il corpo, per l'eternità. Sono discorsi dal Vangelo, semplice, non sono cose... Non sono io.

Per questa vita divina, papà e mamma, siete ugualmente preoccupati come per la vita naturale? Per favore, per la vita divina di tuo figlio che fai? Lo porti in chiesa, gli insegni a pregare, lo avvii ai sacramenti, lo introduci nella società cristiana perché impari a prendervi parte attiva nell'apostolato?

Tu che spesso fai tanta fatica sul lavoro, sei capace di fare sacrifici davanti a Dio per assicurare un patrimonio di grazie a tuo figlio, perché possa reagire di fronte alle tentazioni e ai pericoli? Tocca a te, a te, assicurare un patrimonio di grazie, a te papà, a te mamma, perché i vostri figli possano reagire in certe situazioni e non siano travolti dal peccato. Questo è essere cristiani: o ci credi o non ci credi. Altrimenti tu consideri tuo figlio come un cappone da ingrassare e crescere in un pollaio, assieme a tanti altri capponi!"

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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