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"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
19 aprile 2024 * S. Leone IX papa
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Carissimi lettori tutti,
mi ricollego alla notizia pubblicata il 26 gennaio 2018 relativa alla donazione dell'Istituto Gesù Sacerdote per la erigenda nuova "Via Crucis".
I lavori sono iniziati. Speriamo che finiscano al più presto. Nel frattempo, abbiamo preparato le riflessioni che, volendolo, potranno accompagnare coloro che si accingono a compiere il percorso.
Ovviamente, per l'argomento affrontato nelle riflessioni, non poteva esserci altra scelta che quelle riguardanti la vita di famiglia, come del resto è evidenziato nella parte introduttiva del fascicolo.
Pubblichiamo di seguito il relativo testo.  Può servire per la riflessione personale, ed anche per eventuali altre iniziative. 
Per il documento: clicca qui

VIA CRUCIS DELLA FAMIGLIA

Introduzione
Il disegno di Dio chiama tutti a vivere la totalità dell’amore, attraverso la conversione del cuore e la santità della vita.
In riferimento ai coniugi e alle famiglie, lo stato matrimoniale è lo specifico cammino di santità.
Come sposi cristiani sono corroborati e consacrati per l’attuazione della loro vocazione fino alla perfezione, ma raggiungeranno la pienezza solo seguendo Cristo e passando come lui attraverso un’esperienza di morte e di risurrezione.
Per questo il cammino della croce continua ogni giorno, anche nelle nostre famiglie.

Ogni famiglia ha le sue croci: dalle più grandi croci fisiche e morali alle più quotidiane croci causate dai figli o dal difficile accordo tra gli sposi.

Solo l’amore di Gesù crocifisso è la sorgente, la forza ed il costante alimento del loro matrimonio.

È solo in virtù del mistero pasquale, entro cui il matrimonio nuovamente si inserisce attraverso il Sacramento, che l’amore coniugale viene purificato e santificato, che la vita della famiglia, analogamente a quella della chiesa, viene rigenerata.

Ripercorriamo nel vangelo e in questa Via Crucis, che stiamo iniziando, le tappe della passione di Gesù, assumendo con amore tutte le croci, le angosce, i problemi, la passione della nostra famiglia e di tutte le famiglie del mondo, con la certezza che Gesù cammina con noi.

Ogni croce portata con lui sbocca nella via luminosa della resurrezione ed è via di santità.

Nelle riflessioni di questo cammino che stiamo iniziando, diversi riferimenti biblici ci accompagneranno.

 I Stazione: Gesù è condannato a morte

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Scorrendo la Bibbia, proprio al suo inizio, ci imbattiamo subito nella storia di una coppia: Adamo ed Eva.

Tutti conosciamo quello che è loro capitato.

L’incanto accompagnò il loro primo incontro: “Questa volta essa è carne della mia carne”; un roseo futuro gli si aprì davanti: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”; ma la seduzione del male li ingannò: “Diventerete come Dio”; poi la paura di Dio li allontanò: “L’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio”.

A seguito di questo, la loro unione restò segnata dall’ambiguità e dalla paura.

Queste parole sembrano esprimere bene le luci e le ombre dell’amore umano.

Forse, siamo stati abituati ad intenderle come una maledizione che Dio inflisse alla prima coppia, a seguito del peccato originale.

Però l’accresciuta comprensione della Bibbia, ci chiede di liberarci da questa visione e di interpretare invece queste parole come un invito, rivolto all’uomo e alla donna di ogni tempo, affinché scrutino e scorgano meglio quello che, invece, si nasconde nel loro cuore.

La storia di Adamo ed Eva mette alle strette ogni coppia: da una parte sta il sogno di realizzare l’unione perfetta, dall’altra la realtà delle reciproche incapacità.

Illudersi? Rinunciare al sogno?

Oppure, come sempre più spesso succede oggi, né l’una né l’altra cosa, ma stare insieme fin che dura il sogno e lasciarsi appena spunta la realtà?

Risposte diverse, ma in fondo simili, stanno nel fatto che tutti parlano dell’amore come se riguardasse solo i due “io”: l’uomo e la donna.

Non sarà, invece, che l’amore umano abbia a che fare con Dio?

Non sarà che il sogno intravisto, ma infranto per la fragilità dell’amore umano, possa realizzarsi per la forza di Dio?

Voi sposi, Adamo ed Eva del duemila, avete forse dimenticato che potete contare solo su di Lui?

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Per tutte le coppie cristiane, perché vivano la loro unione affidandosi e consacrandosi all’amore di Cristo.

*Per le famiglie, affinché, affondando le loro radici nella certezza della risurrezione, vivano sempre nella pace.

*Per ogni famiglia nascente, perché faccia di Dio il centro della propria vita.

Canto: Ti saluto o croce santa

II Stazione: Gesù è caricato della croce

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Paure contrastanti attraversano oggi le coppie al pensiero della vita che potrebbe nascere da loro: temere di avere un figlio, temere di non averne.

Ma anche in tempi di vita violata e manipolata, emerge imperioso il desiderio di dare vita a un figlio.

Sennonché, la natura sembra prendersi la rivincita delle ferite che vengono inferte alla sua naturale fecondità: aumentano le coppie che, pur desiderando dare vita a un figlio, sono affette da sterilità.

Come ogni desiderio umano, anche quello di un figlio può essere inquinato dall’egoismo, ma nonostante questa possibilità, è difficile negare che la sua frustrazione comporti una profonda sofferenza.

La Bibbia conosce non poche vicende di coppie sterili.

Tra di esse, la storia di Elkàna e Anna spicca per l’acume con cui entra nei risvolti coniugali della sterilità.

Ad Anna, il grembo sterile le appare come una ferita al suo essere donna. La sofferenza del grembo, diviene sofferenza dell’intera persona: “Si mise a piangere e non voleva prendere cibo”.

In assenza dell’amore di un figlio, una risorsa notevole è certo l’amore del proprio coniuge. Ed Anna non ne è priva, poiché Elkàna la ama di un amore tenero e grande. La ferita per il figlio che manca lascia intuire come la fecondità non sia un optional dell’amore di coppia, ma il suo destino.

Di fronte alla sterilità inspiegabile e insuperabile, capita che si ricerchi la causa in Dio, come se Lui avesse reso sterile il grembo. Riportare fino a Dio il dramma della propria sterilità è il sentiero percorso da Anna.

Non con il dito puntato in segno di accusa, ma con lo sguardo fiducioso di chi percepisce che la sorgente della vita viene da più lontano e affonda le radici nel mistero divino.

Solo se ricondotta alla sua origine divina, la fecondità cessa di essere il potere di un uomo e di una donna, e di conseguenza la sterilità una frustrazione. Anche la sterilità, su un altro piano, potrebbe diventare fecondità.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: Signore, aiutaci

*Signore, aiutaci a comprendere che i figli sono un dono che tu offri gratuitamente e che non sono una proprietà da gestire a proprio piacimento.

*Signore, aiuta tutte le coppie che non hanno figli e fa che non sentano la sterilità come un’umiliazione.

*Signore, in questi tempi di manipolazione e violazione genetica, emerga sempre il rispetto della vita

Canto: Ti saluto o croce santa

III Stazione: Gesù cade la prima

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Laddove l’adulterio si prospetta non come iniziativa propria ma come comportamento altrui, si può ancora restare fedeli?

Quello che leggiamo nella Bibbia e che capita a Giuseppe, maggiordomo nella casa dell’egiziano Potifar, per via della moglie di costui, contiene tutti gli elementi delle odierne avventure amorose.

Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto. La moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: “Unisciti a me!”. Ma egli rifiutò.

E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei.

Bellezza e fascino, prima che arti umane, sono dono di Dio.

Oggi sono esaltati al punto tale da diventare l’unico motivo che decide delle scelte amorose.

Tra il “mi piaci” e il “ti voglio”, non si fa differenza.

L’adulterio non si limita solo all’infedeltà di chi lo commette, ma comporta l’occasione di tradimento per chi lo subisce, tanto più se questo è già unito in altro matrimonio.

Pertanto, si tratta pure di rispettare il matrimonio degli altri.

La fuga dal male dell’adulterio, per salvaguardare il bene di un matrimonio, può anche richiedere di pagare un prezzo.

Si potrebbe osservare che se il prezzo del bene è tanto caro, allora è un prezzo ingiusto.

Ma chi cede al male, per timore di dover pagare un prezzo troppo alto, non ha idea di quanto prezioso sia il bene tralasciato e quanto più amaro il prezzo del danno provocato.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Gesù, tu hai trovato la forza nella preghiera, fa che anche noi possiamo attingere ad essa quando siamo tentati dalle cose effimere del mondo.

*Gesù, accresci sentimenti di perdono e stima in ogni coppia, e fa che l’uno trovi nell’altra la forza di superare le tentazioni interiori.

*Gesù, il matrimonio cristiano è un’alleanza formata sull’amore, sostieni tutte le famiglie perché vivano sempre nella fedeltà ad essa.

Canto: Ti saluto o croce santa

 IV Stazione: Gesù incontra sua madre

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Il figlio, prima o poi, diventa il desiderio principale di una coppia.

Non appena il desiderio si trasforma in un frugoletto in carne ed ossa, il mondo attorno subisce un cambiamento totale, soprattutto il mondo dei genitori, poiché i loro occhi si posano su un altro.

Lo sguardo del figlio non è lo stesso per il papà e per la mamma.

La diversità dello sguardo dei genitori per i figli e sul loro futuro è registrata nella Bibbia nella storia matrimoniale di Isacco e Rebecca.

Si racconta, infatti, che Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe. La diversa predilezione dei genitori per l’uno dei due gemelli non era certo rifiuto dell’altro figlio. Questa diversità potrebbe essere provvidenziale.

Capita spesso, tuttavia, che la diversità dello sguardo sui figli, sia la miccia che accende il conflitto di coppia.

Succede nei casi più dolorosi che il figlio diventi l’ostaggio: ci si allea con lui contro il coniuge. Il conflitto può anche finire in un grande dispiegamento di forze e di tempo, che prevede il coinvolgimento del pediatra, dello psicologo e dell’esperto di turno per allevare il figlio nel modo migliore.

Non è tutto inutile: ma il ricorso agli “esperti” rivela talvolta l’ingenuità fatale di credere che la crescita di un figlio sia un problema di regole e di consigli giusti.

Non c’è miglior crescita che quella offerta da due genitori che si amano.

E’ bene che papà e mamma, invece che insistere a cercare chi dei due ha lo sguardo migliore sul figlio, riprendano a guardarsi negli occhi.

Quando i due ritroveranno l’amore che è all’origine della vita del loro figlio, non tarderà ad essere trovato anche il modo migliore per continuare, insieme, ad amarlo.

Dall’amore matrimoniale può infatti giungere la forza per continuare a dare come genitori la propria vita per il figlio, poiché proprio quell’amore fu in grado un giorno di dare inizio alla sua vita.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: Signore guidaci

*Per i genitori, perché guidati da Cristo, realizzino pienamente la loro vocazione alla paternità e maternità.

*Per i genitori, perché in questa società consumistica, sappiano accompagnare nel cammino di fede i propri figli.

*Per i genitori, perché siano sempre concordi nel guidare i loro figli verso la maturità umana e cristiana.

Canto: Ti saluto o croce santa

V Stazione: Gesù è aiutato dal cireneo

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Per quanto siano in aumento le unioni civili e le coppie di fatto, il matrimonio religioso gode ancora di alto gradimento. La chiesa resta ancora un luogo che ha a che fare con l’amore di coppia. Che l’andare in chiesa sia uno stacco rispetto al corso normale della vita è innegabile.

Dio stesso ha invitato l’uomo a riposare affinché non si appiattisca a vivere orizzontalmente fino a dimenticare che la vita ha anche una dimensione verticale, quella della relazione con Lui.

Ciò che non va, in una tale visione della chiesa esterna alla famiglia, è che questa può viverla solo uscendo di casa, poiché la vita della chiesa, purtroppo, non entra nelle case delle famiglie.

La vicenda di Aquila e Priscilla, una coppia di giudei appartenente alla primitiva comunità cristiana, induce un diverso modo di intendere il rapporto tra coppia e chiesa.

Aquila e la moglie Priscilla, giudei profughi giunti da Roma, ora risiedono in Corinto. Il loro primo contatto con la novità del cristianesimo avviene sul posto di lavoro. Offrono lavoro all’apostolo Paolo. Quell’incontro segna la loro vita. Essi gli offrono anche di dimorare nella loro casa.

Il Vangelo, annunciato da Paolo, trova stabile dimora sia sul posto di lavoro, sia dentro casa. Il clima accogliente della loro vita familiare diviene non solo il focolare dove si riceve il vangelo, ma anche dove lo si trasmette.

L’accoglienza, che è un tratto caratteristico della famiglia, viene riscoperta da Aquila e Priscilla a livello più profondo, quello di essere una particolare via missionaria della famiglia.

In questo contesto familiare, una persona può non solo udire l’annuncio ma vederlo vissuto da vicino. Infatti è dalla relazione familiare che i coniugi sanno instaurare, che prende vita anche la chiesa.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Per tutti gli sposi cristiani, perché si sentano chiamati in prima persona a prendere parte viva alla missione della chiesa.

*Per tutti gli sposi, perché vivano in pienezza il loro matrimonio cristiano, come esperienza piena di senso e come “buona notizia” per tutte le famiglie.

*Per tutti gli sposi, perché rendano la loro dimora, luogo accogliente dove si riceve e si trasmette il Vangelo.

Canto: Ti saluto o croce santa

VI stazione: Gesù incontra la Veronica

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

C’è stato per ogni coppia un tempo, forse durevole ancora o forse rimasto solo un pallido ricordo, che si è soliti chiamare innamoramento.

Tempo che, guardato con gli occhi degli sposi non più novelli, appare forse tanto spensierato, quanto ingenuo. Il ripensarci potrebbe forse suscitare qualche sospiro di nostalgia.

Ma potrebbe anche riaccendere quella scintilla alla quale si deve la propria storia d’amore, e che, non senza qualche bruciatura, ha tuttavia continuato a riscaldare la vita di coppia. Torniamo, per un momento, al tempo dell’innamoramento in compagnia di una coppia, di cui ci racconta la Bibbia.

Labano aveva due figlie. La maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava Rachele. Rachele era bella di forme e avvenente di aspetto, perciò Giacobbe amava Rachele. Disse dunque: “Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia minore”. Rispose Labano: “Preferisco darla a te piuttosto che ad un estraneo. Rimani con me”. Così Giacobbe servì sette anni per Rachele; gli sembrarono pochi giorni tanto era il suo amore per lei. Poi Giacobbe disse: “Dammi la mia sposa, perché il mio tempo è compiuto e voglio unirmi a lei”.

L’innamoramento è il tempo della sorpresa. La sorpresa che si accende negli occhi dell’innamorato quando scopre la bellezza dell’amata. L’innamoramento è il tempo della promessa, il tempo in cui l’uno diventa il futuro dell’altra. L’innamoramento promette di tenere di fronte a se il volto dell’altra. L’innamoramento è il tempo dell’attesa, l’attesa che l’attrazione diventi unione.

Noi, invece, viviamo in una società in cui il tempo è il tempo della fretta, il tempo del subito. E così capita che anche chi si ama non ha più tempo per guardarsi negli occhi. Lo sguardo attento che tiene desto il desiderio dell’unione costa fatica: “Giacobbe servì sette anni per Rachele”. 

Ma la fatica dell’attesa non lascia mancare fin da subito la sua gioia: “Gli sembrarono pochi giorni tanto era il suo amore per lei”.

Il tempo dell’innamoramento non è solo un momento che è passato, resta sempre una possibilità, quella che chiede di non essere esclusa ma coltivata.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: Signore illuminaci

*Signore, tieni sempre accesa la fiamma dell’amore in tutte le famiglie e fa che non cadano mai nell’indifferenza.

*Signore, fa che tutte le coppie non cadano nell’abitudine del quotidiano, ma giorno per giorno trovino nell’altro la novità che dà gioia.

*Signore, fa che tutte le coppie si riscoprano ogni giorno rivivendo le meraviglie del tuo amore.

Canto: Ti saluto o croce santa

VII stazione: Gesù cade la seconda volta

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Che l’unione coniugale non sia solo una funzione riproduttiva è ormai pacifico: lo stesso Magistero della Chiesa insiste nel considerarla come espressione e alimento dell’amore matrimoniale e, a proposito di paternità e maternità, chiede che siano responsabili.

In questione è invece l’intimo legame che stringe l’unione e la generazione.

Può l’amore dei due chiudersi all’arrivo del terzo?

La vicenda biblica di Onan non manca di attirare l’attenzione sugli effetti che l’esclusione ostinata dei figli procura.

Giuda disse a Onan: “Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posteriorità per il fratello”.

Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua, e non diede una posteriorità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.

La generazione del figlio è l’occasione anche della maturazione nel rapporto di coppia.

Nella misura in cui rifiutasse di essere fecondi, l’amore finirebbe per appassire. L’unione coniugale, che rifiutasse ostinatamente la vita, finirebbe per mortificare la stessa vita dei coniugi.

I figli non sono incidenti di percorso e neanche un prodotto della tecnica, ma sono il prendere vita del desiderio amoroso dei due, quello di essere una cosa sola; sono la realizzazione nel tempo di quell’anelito all’eternità che anima l’amore tra un uomo e una donna.

Nel figlio i due genitori saranno sempre insieme presenti e lo saranno al di là della loro morte.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: Signore aiutaci

*Per le giovani coppie, perché non si chiudano nel loro egoismo ma si aprano all’accoglienza di una nuova vita.

*Per tutti gli sposi, perché fortificati dalla virtù della speranza non si facciano prendere dal timore o dallo scoraggiamento.

*Per i giovani sposi, perché non manchi mai la sicurezza di un lavoro e di una casa per fondare una nuova famiglia.

Canto: Ti saluto o croce santa

VIII stazione: Gesù incontra le pie donne

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Riflessione

Anche nella sfera amorosa si è infiltrata l’avida logica del consumo, più seduco e più sono.

Il segreto del diavolo per il successo di questa convinzione risiede nella sua capacità di sollecitare una della aspirazioni più originali del cuore umano: la conquista degli altri.

Proprio la conquista del cuore altrui può essere l’espressione più eloquente del nostro egoistico desiderio di legare e dominare l’altro, fin nel suo intimo.

La Bibbia lo fa raccontando la schermaglia sentimentale tra Sansone e Dalila.

Dalila comincia a circuirlo per conoscere il segreto della sua inaudita forza che tanto intimoriva i suoi avversari: “Spiegami da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti?”.

L’interrogato, sospettoso davanti all’interesse di una donna, ma anche desideroso di prendersi gioco di lei, mette Dalila sulla strada sbagliata infliggendole una cocente umiliazione. Sansone rispose: “Se mi legasse con sette corde d’arco fresche non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque”.

Allora i capi dei filistei le portarono sette corde d’arco fresche non ancora secche, ed essa lo legò con esse. Ma egli spezzo le corde come si spezza un filo di stoppa quando sente il fuoco.

Così il segreto della sua forza non fu conosciuto.

Non c’è di meglio che l’orgoglio ferito per infiammare il desiderio di vendetta. Tanto cocente è la sconfitta, tanto grande la sua volontà di rifarsi.

Il finale raccontato nella Bibbia svelerebbe quanto perfida può essere la seduzione e quanto tragico il lasciarsi tentare.

Con la seduzione si può ingenuamente pensare di giocare, lo si è sempre fatto, fin dai tempi biblici.

Con una differenza, però, rispetto ad oggi: non la si spacciava per vero amore.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Signore, fa che in ogni rapporto di coppia non emerga mai il desiderio di dominare l’altro.

*Signore, fa che tutti gli sposi scoprano e attualizzino ogni giorno il significato del vero amore.

*Signore, fa che tutte le famiglie possano superare i loro contrasti senza rivalità e senza vendetta.

Canto: Ti saluto o croce santa

IX stazione: Gesù cade la terza volta

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Sembrerebbe che l’unione coniugale sia il segno eccellente della riuscita matrimoniale.

È davvero così?

La Bibbia solleva sulle vicende umane il velo di ciò che appare ovvio, scoprendo l’abisso di male in cui una coppia unita può precipitare.

Tutto ha inizio dal fermo rifiuto che Acab, re di Israele, si vede opporre da un suo umile suddito, il quale non vuole cedergli la sua piccola villa adiacente alla reggia.

Risentimento e frustrazione riempiono l’animo del re che se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dette da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: “Non ti cederò l’eredità dei miei padri”.

Ci sono coniugi che in nome dell’amore proprio e di coppia, invece di gettare acqua sul fuoco, vi spruzzano benzina.

Ecco che la moglie Gezabele gli disse: “Tu oggi eserciti il regno di Israele? Alzati mangia e il tuo cuore gioisca te la darò io la vigna di Nabot di Izreèl!”.

La giusta solidarietà può anche trasformarsi in complicità nel male.

Il piano omicida della regina va a segno, e l’obiettivo della coppia, quello cioè di usurpare la legittima proprietà di un suddito, viene raggiunto.

Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, Gezabele disse ad Acab: “Su impadronisciti della vigna di Nabot di Izreèl che ti ha rifiutato di venderla, perché Nabot non vive più, è morto”.

Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl. Acab riceve in offerta dalla cattiveria della moglie ciò che da solo non aveva il coraggio di prendere.

Possiamo trarre una preziosa verità sull’unità di coppia: l’unione è buona nella misura in cui tende al bene; qualora invece mirasse al male, altro non sarebbe che una cattiveria elevata alla doppia potenza.

Il bene poi, anche quello di coppia, è bene autentico nella misura in cui è rispettoso dei diritti altrui e benefico verso gli altri.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: Signore aiutaci

*Signore, aiutaci a compiere sempre il bene, rispettando i diritti degli altri.

*Signore, fa che possiamo sempre aprirci alle necessità e ai bisogni di chi ci è accanto.

*Signore rendici capaci di praticare l’amore in ogni rapporto con gli altri per attualizzare il tuo comandamento.

Canto: Ti saluto o croce santa

 X stazione: Gesù è spogliato delle vesti

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Una parola è divenuta familiare all’interno della comunità cristiana, quella di “ministero”.

Forse dimentichiamo che lo stesso matrimonio cristiano è il fondamento di un ministero. Il ministero comporta una chiamata a svolgere nella chiesa, e in nome di essa, un servizio. Anche il matrimonio, essendo vocazione, è anche ministero.

In che cosa consiste il ministero coniugale?

Ministero della comunione. L’amore coniugale, consacrato davanti all’altare dal sacramento del matrimonio, viene elevato a segno dello stesso amore con cui Cristo ha amato la Chiesa.

Pertanto, il ministero coniugale consiste nel proclamare con la vita, il grande messaggio della comunione, nella fedeltà reciproca e nella fecondità.

Ministero della vita. Agli sposi cristiani, viene affidato il progetto della creazione. Essi, celebrando il sacramento, dicono di sì a questa consegna. Accettano di servire la vita in ogni suo momento, in tutte le sue forme.

Ciò significa credere nel primato della persona, credere nel rispetto per la vita e nell’accoglienza di essa, come il dono più grande di Dio.

Ministero educativo. I genitori non possono relegare né abdicare alla loro missione, al ruolo educativo.

Il ministero educativo comporta la riappropriazione della nativa vocazione di formatori, che è presenza esemplare, oculata e permanente accanto ai figli che crescono, soprattutto nelle fasi più delicate della loro vita.

Ministero ecclesiale. Dal sacramento del matrimonio il compito educativo riceve la dignità e la vocazione ad essere un vero e proprio ministero della chiesa a servizio dell’edificazione dei suoi membri.

Ministero sociale. Le famiglie, sia le singole come le associate, possono e devono dedicarsi a molteplici forme di servizio sociale. Devono crescere nella coscienza di essere protagoniste della così detta politica familiare.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Signore, fa che tutte le famiglie del mondo, vivano il loro amore come ministero-servizio alla comunione.

*Signore, tu chiami le coppie a vivere il loro sevizio alla vita come collaborazione alla tua azione creatrice, fa che avvertano sempre la bellezza e la grandezza di tale ministero.

*Signore, fa che le coppie, aiutate dal tuo amore, non deleghino ad altri il loro ruolo e la loro responsabilità educativa.

Canto: Ti saluto o croce santa

XI stazione: Gesù è inchiodato sulla croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

La felicità coniugale è sognata dagli innamorati, ricercata dagli sposi, sperata anche quando le circostanze della vita cambiano la buona in cattiva sorte.

Quest’ultima si annuncia quando compare il dolore. Il dolore della malattia si presenta come un rumore sgraziato che sembra rovinare il dolce suono dell’armonia amorosa.

La malattia è una minaccia per la vita di coppia. Le diverse reazioni di Giobbe e di sua moglie dicono cosa può avvenire nella vita di coppia quando la malattia entra in casa.

Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. Allora sua moglie disse: “Rimani ancora fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori”. Ma egli rispose: “Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene perché non dovremo accettare il male?”.

L’uomo e la donna non sono fatti per soffrire; quando soffrono si domandano chi sia il responsabile. Se la responsabilità non è degli uomini, non resta che imputarla a Dio. Giobbe non manca di reagire perché intuisce che Dio non può essere identificato con un aguzzino. Da Dio l’uomo riceve solo il bene.

La rabbia che spesso accompagna la malattia non è tanto perché si soffre, quanto per il fatto che non si capisce perché si debba soffrire. La malattia non è soltanto un danno fisico da aggiustare, ma una domanda umana cui dare risposta. Ma la domanda supera l’orizzonte umano e raggiunge Dio. La stessa domanda può tuttavia assumere il tono diverso che la moglie di Giobbe e lui stesso ci hanno mostrato: sulla bocca della prima la domanda diventa accusa e chiusura nei confronti di Dio, su quella di Giobbe, invece, invocazione.

La malattia è il momento in cui entra in gioco l’incredulità o la fede nei confronti di Dio. Riconoscere che la malattia non è solo ciò che va combattuto con i mezzi della medicina, ma è il primo passo per scoprire che in essa non si è soli con le proprie domande, ma c’è Qualcuno al quale è possibile rivolgerle.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: Signore guidaci

*Per tutte le famiglie, perché nei momenti di grande prova non si lascino prendere dallo scoraggiamento ma sappiano aprirsi al sostegno reciproco.

*Per tutti i membri della famiglia, perché quando si avvicina l’ombra della sofferenza rafforzino di più i vincoli di affetto e solidarietà.

*Per tutte le famiglie, perché nei momenti difficili siano disposte ad accogliere la presenza risanante e consolante di Dio

Canto: Ti saluto o croce santa

XII stazione: Gesù muore in croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

L’amore di Cristo ha tre caratteristiche precise, come insegna San Paolo.

È un amore totale, è un amore che dura per sempre, ed è un amore fecondo.

Così è, o dovrebbe essere, l’amore coniugale tra uomo e donna.

Anzitutto, come quello di Cristo, l’amore coniugale è totale.

Infatti, Cristo ha tanto amato la sua Chiesa sino a dare se stesso per lei, al fine di renderla santa.

È grande questo mistero e non ci sono riserve.

In genere, nella prima stagione dell’amore, si è portati a vedere nell’altro tutto e solo quello che è positivo.

E invece la totalità del dono deve mettere in conto tutto anche le prove, le crisi, le croci. Non si può far finta che non ci siano.

Il donarsi totalmente significa condividere tutto.

Per questo, alla luce della nuzialità Cristo/Chiesa, emerge il grande valore della fedeltà per sempre. Oggi è nota la difficoltà di credere nell’amore definitivo. C’è infatti molta disinvoltura nel dire “no”, dopo aver detto “si”.

La fedeltà dell’amore è la meta da perseguire con pazienza quotidiana e con l’aiuto di Dio.

Inoltre, l’amore tra gli sposi è partecipazione al mistero della creazione.

Qui sta la grandissima dignità delle due creature umane. Esse sono chiamate a collaborare con Dio creatore nel donare la vita.

Ecco perché il rifiuto della vita è rifiuto di Dio.

È come dire al Signore: “Non ci stiamo a prestarti il nostro amore, la nostra persona, per donare ad altri la tua gioia”.

Di qui nasce la continua scontentezza degli sposi!

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Perché l’amore coniugale sia sempre fedele e totale, come l’amore di Cristo per la chiesa.

*Perché l’amore coniugale, sgorgato da Cristo crocifisso, possa crescere sempre più alimentato dall’eucarestia.

*Perché l’amore coniugale impari dall’albero della croce ad aprirsi a stagioni sempre nuove.

Canto: Ti saluto o croce santa

 XIII stazione: Gesù è deposto dalla croce

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Il silenzio nella coppia sembra essere il sintomo di una relazione giunta a capolinea. Però, c’è silenzio e silenzio.

Oltre al silenzio carico di ostilità e di indifferenza c’è, per esempio, il silenzio pieno di ammirazione, oppure carico di passione. Sembra dunque che il silenzio nella coppia non sia solo un sintomo preoccupante.

Tra le coppie silenziose della Bibbia spicca quella di Maria e Giuseppe, che mai, stando alla testimonianza dei vangeli, si rivolgono direttamente la parola. E tuttavia, questo fatto curioso, lascia intuire un tipo di silenzio spesso sconosciuto e comunque raro nella vita di coppia.

Pertanto, c’è un segreto che Maria e Giuseppe lasciano trapelare.

Il segreto è che l’intesa di coppia non si regge sulle sole parole e gesti che si scambiano, ma necessita anche e soprattutto del silenzio. In ogni linguaggio, il silenzio tra le parole, è condizione che permette di comprendere il discorso.

Giuseppe e Maria, in modo del tutto speciale fino a sembrar strano, ricordano che il silenzio è il grembo in cui cresce l’intesa di coppia. I silenzi di Maria e Giuseppe non sono vuoti.

Quello di Giuseppe è raggiunto da messaggi divini che illuminano le sue scelte. Un angelo gli apparve in sogno e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.

Il silenzio di Maria è ricco di pensieri interiori che le sorgono meditando su ciò che avviene nella sua vita personale e familiare: “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.

Entrambi vivono il silenzio non come spazio in cui rinchiudersi, non come un muro alzato contro l’intromettersi dell’altro, ma come tempo di rapporto con Dio. La relazione con Dio, infatti, quella che chiamiamo preghiera, sta alla radice dell’impresa di coppia.

Con la preghiera si realizza il loro sogno originario di divenir una cosa sola.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: Signore guidaci

*Signore, fa che tutte le famiglie cristiane sull’esempio di Maria e Giuseppe, trovino anche nel silenzio una forte intesa.

*Signore, fa che tutte le famiglie sappiano ritagliarsi spazi e momenti di silenzio per imparare a dialogare e pregare.

*Perché i silenzi non siano considerati come spazi dove rinchiudersi in solitudine ma come opportunità di relazioni con gli altri e con Dio.

Canto: Ti saluto o croce santa

XIV stazione: Gesù è posto nel sepolto

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

Da quando ci si sposa, giorno dopo giorno, sono senza numero le cose che si fanno per l’altro. Tra le tante, spicca per quantità e fatica il lavoro. Il lavoro fuori casa e il lavoro dentro casa. Proprio il lavoro casalingo, proprio quelle cose che uno fa per l’altro senza altro motivo che quello di servirlo, finiscono spesso per diventare fonte di rancore, e occasione di litigio.

Questi ultimi non sono sconosciuti alla Bibbia. Anna, in un periodo di malattia del marito, si dà da fare per sbarcare il lunario. L’integerrimo Tobi, preoccupato della giustizia, invece che di riconoscenza, copre la moglie di sospetto.

La moglie, ferita, passa al contrattacco. In quel tempo lavorava nelle sue stanze a pagamento, tessendo la lana. Quando essa tagliò il pezzo che aveva tessuto e lo mandò ai padroni, essi, oltre alla mercede completa, le fecero dono di un capretto per il desinare. Tobi le dice: “Da dove hai preso questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni”. Ella risponde: “Mi è stato dato in più del salario”.

Ma Tobi non crede e le ripete di restituirlo ai padroni.

Anna risponde: “Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!”.

A fronte del molto lavoro, spesso faticoso, che si fa per la famiglia, capita non solo di non essere ringraziati, ma nemmeno di essere considerati.

L’amore matrimoniale è come una lampada: continua a dare luce se l’olio bruciato viene ripristinato; altrimenti, bruciate le riserve, si spegne.

Cosa può impedire che la freschezza dell’amore novello appassisca tra i solchi del quotidiano?

Stare a contatto con l’amore divino è la risorsa decisiva per far sì che l’amore umano sia alimentato, giorno dopo giorno, per sempre.

Ma la grazia divina degli inizi è depositata nell’intimo dei due sposi. Sta a ciascuno dei due fare in modo che essa possa sgorgare dal cuore dell’altro.

E per questo potrebbe bastare un grazie, uno sguardo, una tenerezza.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Signore, la famiglia è fondata anche sul lavoro quotidiano; fa essa però, non soffochi opportunità e responsabilità verso la comunione e l’educazione.

*Signore, fa che le famiglie vivano il lavoro come collaborazione al bene comune e non come opportunità per accaparrare o sfruttare.

*Signore, il tram-tram quotidiano non faccia mai dimenticare Te, fonte dell’amore coniugale, che dai freschezza ad ogni gesto di attenzione e tenerezza.

Canto: Ti saluto o croce santa

XV stazione: Gesù Risorto è il Vivente

 Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.

Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riflessione

È nota l’espressione dei due discepoli di Emmaus, molto presumibilmente una coppia: “Alcune donne delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”.

La famiglia è segno di speranza. Quando educatori, operatori sociali, responsabili pastorali e comunità cristiane riflettono sulla situazione sociale ed ecclesiale, ipotizzano un diverso futuro, arrivano alla medesima conclusione: “Bisogna ripartire dalla famiglia”. Tutti sembrano rinnovare una fede inconfessata in essa.

La famiglia è pur sempre destinataria di un progetto che le viene dall’alto. Qui sta la vera radice della speranza. Su di essa c’è una buona notizia, quella di annunciare con vigore, con fiducia, con la certezza indistruttibile la parola che non è solo umana.

“Quando fu a tavola con loro prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista”.

Sparito, in quanto invisibile, ma sempre presente.

Dio è il primo a credere nella famiglia. Per questo l’ha voluta. Per questo l’ha rinnovata attraverso Gesù Cristo. Per questo è l’unica comunità, con la chiesa, chiamata ad attraversare ogni crisi per diventare sempre più capace di promuovere la vita, in tutta la sua pienezza.

Allora è possibile uscire dalla crisi, senza cedere alla rassegnazione.

Siamo chiamati a riannunciare la buona notizia sulla famiglia, con la chiarezza del Vangelo, con l’amore della Chiesa, con il vigore della testimonianza.

Intenzioni di preghiera

Diciamo insieme: ascoltaci Signore

*Per tutti noi, perché camminando alla luce della vita nuova di Cristo, ci sentiamo radicati e fondati in essa.

*Per tutti noi, e per tutte le famiglie perché possiamo essere seminatori di speranza sempre, anche nelle situazioni di difficoltà o di crisi.

*Per tutte le famiglie, perché sappiano imparare dal banchetto eucaristico lo stile della comunione e dell’annuncio.

*Per tutti noi, perché possiamo annunciare la Buona Novella con la gioia del cuore che ci deriva dall’incontro col Risorto.

Canto: Ti saluto o croce santa (o meglio un canto pasquale)

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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