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"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
18 ottobre 2025 * S. Luca evangelista
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Testi liturgici: Dt 4,1-2.6-8; Sl 14; Gc 1,17-18,22-27; Mc 7,1-8.14-15.21-23150px-Anastasis Pio Christiano Inv31525
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Spesso, nei vangeli, leggiamo le polemiche tra Gesù e i suoi oppositori. Nel caso di oggi sono espliciti anche i motivi della discussione.
Cosa c’è all’origine della disputa?
C’è la predicazione di Gesù e ci sono le sue attività. Soprattutto c’è il suo modo di rapportarsi alla legge che egli non abolisce, ma raccomanda che sia osservata con spirito diverso. Non la legge per la legge, ma la legge per la vita.
Cosa significa e qual’ è, allora, lo stile di questa osservanza proposta da Gesù?

Ce ne ha parlato, in prima battuta, il Deuteronomio, come abbiamo ascoltato. È messa in evidenza l’osservanza, ma è preceduta da un verbo: “Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica…”.
Chiaro, no? Prima dell’osservanza, c’è l’ascolto. È importante capire quale sia la volontà di Dio, in quel momento, per poi metterla in pratica con amore e per amore, cioè con purezza di cuore e con retta intenzione.
È quello che ha sottolineato Giacomo. Prima del mettere in pratica, c’è l’ascolto. Però, guai se all’ascolto non segue la pratica: “Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi”.
Gesù lo ribadisce. Non basta l’osservanza esteriore (“lavarsi accuratamente le mani” e quanto altro). Costoro, al posto dell’ascolto di Dio, preferiscono l’osservanza delle tradizioni umane.
Facendo così, è messo in atto un fatto esteriore, sia pur buono, ma è trascurata la purificazione del cuore, perché non è messo in sintonia con quello di Dio.
Questo, non capita forse anche a noi?
Quante volte abbiamo detto e, certamente, lo abbiamo udito: “Si è fatto sempre così!”.
Con la conseguenza che, con il tempo, non si sa più neppure il motivo per cui si compiono certe azioni, divenute più che abitudinarie.
Allora, qual’ è il nocciolo della disputa, fra i farisei e Gesù?
I farisei rivendicano un specie di monopolio sull’interpretazione della legge e lo legittimano sulla base di una tradizione stabile, nel nostro “si è fatto sempre così”.
Gesù, invece, rivendica il diritto a una interpretazione profetica della legge. Essa consiste nel dare risposta a Dio mettendo in atto, in quel momento, ciò che è più importante per la realizzazione del Regno di Dio.
Non si tratta, come ci piace dipingere ogni confronto all’interno della Chiesa, di “conservatori” e “progressisti”. È tutt’altro!
Infatti, il momento passa e c’è sempre un momento nuovo. Si tratta di rispettare lo spirito, che è sempre identico, cioè la volontà di Dio, ma che si applica in maniera sempre nuova e motivata nella pratica di ogni giorno.

Cosa questa che manifestiamo nell’esercizio della massima libertà. Non si è condizionati né dalle tradizioni, né dalle opinioni degli altri ma è libera scelta di adesione alla volontà di Dio, la quale vuole solo la propria realizzazione.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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