Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
18 ottobre 2025 * S. Luca evangelista
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Prima Quaresima C TentazioniTesti liturgici: Dt 26,4-10; Sl 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13
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Quaresima, tempo di maggiore impegno e conversione, ma sempre tempo di grande gioia interiore. Quanta gente, purtroppo, vive nella tristezza!
Come fare a trasformare il tempo gioia?
La domanda non è superflua. Infatti, ci sono tante persone insoddisfatte; in esse non c’è una parola di lode e di ringraziamento, vivono in una continua lamentela.
Ebbene, il racconto della prima lettura, ci ha aperto una strada e ci da un suggerimento.
Da essa si ricava che, per avere la gioia, non possiamo mettere Dio al di fuori della nostra vita; si tratta di accorgersi e di rendersi conto delle meraviglie che compie in noi, anche se, a prima vista, non sembrerebbe sempre; si tratta di ricuperare più fiducia in lui e di continuare a mantenerla.
II popolo di Israele, come segno di questo modo di vivere, presenta al Signore le primizie dei frutti della terra, in atteggiamento di memoria per i doni ricevuti, e nel contempo in atteggiamento di gratitudine e di lode: “Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore”. Dopo di che il fedele racconta le meraviglie compiute dal Signore.
È analogo a quello che facciamo noi quando andiamo a Messa: offriamo, raccontiamo la salvezza donataci da Gesù, riceviamo la sua luce e forza. Pertanto, l’Eucaristia è segno di gioia e, nel contempo, fonte di luce e di forza per affrontare la vita.
Anche il vangelo, nelle tentazioni subite da Gesù, ci dice questo. Si tratta di leggerlo nella giusta ottica.
È vero che sono narrate tre tentazioni, ma in realtà si riducono ad una sola; ed è la medesima alla quale furono sottoposti Adamo ed Eva. Si ripete, in un certo qual modo, la stessa scena e l’analogo dialogo da loro avuto con il serpente.
Nell’episodio di oggi, dove sta la proposta del diavolo?
Egli suggerisce a Gesù di fare da solo, di prendere le scorciatoie, di restare pienamente padrone del proprio destino; in altre parole, di non fidarsi di Dio, anzi di mettersi al suo posto.
Il diavolo è sempre colui che sconfina, confonde, divide; è sempre il bugiardo.
Soprattutto, è colui che non può sopportare che ci si ami, mettendo tanta confusione proprio tra coloro che si amano. Ce l’ha con tutti i cristiani ed in particolare modo ce l’ha con due categorie di persone.
Ce l’ha con i preti perché, con la celebrazione eucaristica, rendono presente Gesù Cristo, che è il segno massimo dell’amore di Dio per noi. Di conseguenza li tenta e a volte riesce a farli cadere nel peccato.
Ce l’ha con gli sposi che vivono seriamente il loro matrimonio, in quanto sacramento, perché con esso diffondono nel mondo l’amore di Gesù. L’amore di Gesù, infatti, passa attraverso di loro. Di conseguenza, il demonio fa tutto il possibile perché i matrimoni falliscano.
Ce l’ha, come già detto, con tutti. Essi devono affrontare dure lotte per mantenersi fedeli a Cristo. Spesse volte, purtroppo, riesce a scoraggiali.
Quale esempio ricaviamo dal modo come Gesù ha affrontato le tentazioni, uscendone vincitore?
Gesù non affronta direttamente l’avversario facendo leva sulle proprie forze, ma risponde al nemico utilizzando l’arma della Parola di Dio, scritta nella Bibbia, come abbiamo ascoltato: “Non di solo pane vive l’uomo … Il Signore tuo Dio adorerai, a lui solo renderai culto … Non metterai alla prova il Signore Dio tuo …”.
Volendo applicare a noi, non possiamo vincere le tentazioni se non rimaniamo uniti a Dio, in ascolto e obbedienza alla sua Parola. Solo essa, infatti, ci dà luce e forza.
Ecco perché il miglior digiuno e la migliore astinenza, in questa quaresima, sta nella maggiore lettura ed nel maggior ascolto della Parola di Dio; questo avvenga da soli, in famiglia e nella partecipazione alle iniziative che si svolgono parrocchia.
Ce lo ha detto Paolo, nella seconda lettura: “Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e sul tuo cuore … Chiunque crede in essa non sarà deluso”.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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