Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
8 dicembre 2025 * Immacolata Concezione
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10 Domenica C Vedova di NaimTesti liturgici: I Re 17,17-24; Sl 29; Gal 1,11-19; Lc 7,11-17
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Due episodi di morti e due analoghi di risurrezione, avvenuti l’uno per opera di Elia, l’altro per opera di Gesù.
Cosa ci dicono oggi? Gli episodi ci aiutano a riflettere.
C’è un dato di fatto, che cioè la vita e la morte, dinanzi ai nostri occhi, assumono tanti significati; eppure attraverso le varie situazioni che ci capitano, dovremmo comprendere che la vita è nelle mani di Dio. Egli agisce in noi sempre secondo la sua sapienza.
Viene da domandarci, perché alcuni terminano i loro giorni in giovane età, altri in maniera improvvisa, altri vivono a lungo e bene, altri ancora vivono a lungo ma molto malamente?
Sono domande comprensibili, ma sono senza risposta.
Eppure, i due episodi ci dicono come Dio abbia sempre e per tutti progetti di salvezza e di risurrezione.
Ci aiutano veramente a riflettere.
Abbiamo notato come Elia sia il profeta che, con la sua preghiera e intercessione, ottiene la grazia della risurrezione del figlio della vedova di Sarepta di Sidone.
Questo ci invita a pensare che anche noi, come Elia, possiamo e dobbiamo pregare perché avvengano delle risurrezioni.
Mi riferisco a risurrezioni meno eclatanti, di cui certamente non ne parlerebbero i giornali, ma che sono più importanti di quelle oggi ascoltate.
Quali sono?
Sono le risurrezioni di coloro che vivono nel buio della fede, perché abbiano luce; di coloro che vivono nella lontananza da Dio, perché si avvicinino; di coloro che vivono nella morte spirituale a causa del peccato, perché si convertano.
Deve, però, essere una preghiera che proviene da un cuore buono, disponibile a Dio, pieno di fiducia in lui.
Non possiamo avere l’atteggiamento negativo della vedova di Sarepta, che si è presentata con queste parole: “Cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?”.
Ella non ha mostrato fiducia nella potenza di Dio che si sarebbe manifestata attraverso Elia. Eppure è stato proprio Elia a supplire a quella mancanza. È stata la sua fede ad ottenere il miracolo.
Anche questo è un forte richiamo per noi. Infatti, anche noi potremmo avere un’immagine distorta di Dio. erroneamente lo potremmo considerare come colui che punta il dito, che punisce il peccatore, che in qualche maniera si vendica.
Fortunatamente, per quelle volte che non siamo in sintonia con il Signore, supplisce la fede e la preghiera di altre persone, che riescono a ottenere perfino miracoli.
Del tutto diversa, invece, è la vedova di Nain. Essa non si lamenta con Dio, anzi, si unisce all’altra gente per esclamare: “Un grande profeta è sorto in mezzo a noi; Dio ha visitato il suo popolo”.
Accennavo pocanzi che dobbiamo pregare per coloro che sono fuori della strada di fede. A proposito di questo, sappiamo come il diacono Stefano ha pregato per i suoi persecutori, tra cui in prima fila vi era Saulo, il futuro Paolo.
La sua preghiera ha ottenuto la conversione di lui.
È stato Paolo stesso oggi a raccontarvelo mettendo in evidenza l’azione misteriosa che Dio ha avuto nei suoi confronti. Ammette come le stesse persone, che un tempo egli perseguitava accanitamente, sono le stesse a cui ora si è unito.
Questo ci mostra come solo Dio può cambiare i cuori. A noi spetta solo, dopo aver pregato con fiducia, attendere nella speranza.
Ed è proprio questa speranza che ci dà la forza di andare avanti senza abbatterci.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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