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Ci poniamo subito una domanda. Perché la gente mormora contro Gesù con l’espressione: “E’ entrato in casa di un peccatore!”?
Forse perché questa gente si riteneva migliore di Zaccheo?
Mi viene da pensare all’altro episodio, quello dell’adultera, allorquando Gesù dice, a chi si riteneva senza peccato, di scagliare la prima pietra. Sappiamo come tutti se ne sono andati.
Nel caso di oggi, perché ce l’avevano con Zaccheo, definendolo pubblicano e peccatore?
Semplicemente perché riscuoteva le tasse e queste non tanto in quanto potevano rimanere nella propria patria, ma perché andavano all’imperatore di Roma; inoltre, e molto probabilmente, anche perché se ne approfittava, in forza del mestiere stesso, tanto più perché era il capo degli esattori; per cui era facile agire anche per il proprio vantaggio.
Quest’ultimo comportamento certamente non va bene. Però, perché una persona possa cambiare dalla sua cattiva condotta, è necessario amarla, capirla e, una volta che essa riconosce il proprio peccato, saperla perdonare.
È proprio quello che ha fatto Gesù. Del resto, Gesù è la misericordia visibile del Padre celeste.
E che il Padre celeste sia così, pieno di misericordia, lo abbiamo ascoltato dal libro della Sapienza: “Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento”.
Ed ancora: “Per questo correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore”.
È quello che precisamente avviene con Zaccheo.
A prima vista sembrerebbe che sia stato lui a cercare Gesù, soprattutto per una semplice curiosità. Ed è vero! Ma il Signore gioca anche con nostra curiosità; e non solo, ma anche con il nostro agire sbagliato.
Infatti, è Gesù che lo chiama: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
Ci rendiamo conto che, fondamentalmente, il suo cuore non era poi così cattivo; lo prova il fatto che: “Scese in fretta e lo accolse con gioia”.
Fossimo anche noi così, nonostante che siamo peccatori!
L’importante è essere aperti alla Parola di Dio, è saperla ascoltare, è cercare di metterla in pratica.
Al Signore, infatti, non interessa il nostro passato, ma guarda la nostra volontà al presente, perché sa bene quello che possiamo diventare con il suo amore.
Attraverso il suo amore comprende la disonestà del passato e si converte alla grazia: “Do la metà dei miei beni ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.
Notiamo bene, condivide e decide di restituire non solo quello che ha rubato, ma quattro volte tanto.
Con tale gesto non solo esercita la giustizia, ma vive la carità condividendo con i poveri una parte di quanto possiede.
Cosa dice a noi tutto questo?
Che dobbiamo ogni giorno convertirci, dovremmo di meno pensare solo a noi stessi e di interessarci di più degli altri, condividendo con loro quanto abbiamo ricevuto dal Signore, sia di beni materiali, sia di intelligenza e capacità naturali!
C’è anche un fatto di questi giorni che richiede una conversione. C’è gente che mormora contro la Chiesa perché ha da ridire sulla festa di Halloween.
Questa gente non si rende conto che “Halloween”, tradotto nella nostra lingua, significa festa del buio.
Sì, perché è una festa diabolica che celebra la tenebra e l’orrore. Pochi si rendono conto dei danni che ne provengono, soprattutto ai bambini.
Molti, purtroppo, la pensano come una specie di carnevalata per far divertire bambini ed anche adulti.
Proprio in riparazione di questi danni, come annunciato da volantini e da altri mezzi, domani nella tarda serata e nella notte, in questo Santuario sarà celebrata la Veglia dei Santi, che è festa della luce!
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello