Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
18 ottobre 2025 * S. Luca evangelista
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Anno C Battesimo del Signore
Testi liturgici: Is 40,1-5.9-11; Tt 2,11-14; 3.4-7; Lc 3,15-16.21-22
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Anche la festa di oggi, la quale celebra il Battesimo di Gesù, è una delle epifanie, cioè una nuova manifestazione del modo con cui Dio si comporta nei nostri confronti.
Con il Natale ci ha manifestato il suo amore smisurato; con l’Epifania ci ha manifestato che questo amore è esteso a tutti, nessuno è escluso; oggi ci manifesta l’infinito suo amore che ha per il Figlio Gesù. Lo manifesta con queste parole: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
Però, queste parole valgono solo per lui?

Assolutamente, no! Hanno un valore che vogliono toccare anche la nostra esistenza, in quanto ci invitano e ci propongono a vivere bene il nostro Battesimo.

Cosa significa questo, e come poterci riuscire?

A questo punto, ci lasciamo illuminare dalla gente che sta in ascolto di Giovanni Battista. Essa è in attesa del Messia Salvatore, ed è convinta che sia giunto il momento, identificandolo nella persona del Battista stesso.

Questa gente, infatti, viveva nella continua speranza di poterlo vedere, ma nel contempo si sentiva impotente. Finalmente, in quel momento, si sarebbe espressa come qualche volta ci esprimiamo noi, dopo aver avuto tante delusioni. Constatando qualcosa di nuovo, diciamo: “Speriamo che questa sia la volta buona!”. 

Non si erano ancora resi conto che il vero Salvatore non era il Battista, ma sarebbe stato Colui che lui stesso avrebbe indicato. L’occasione per poter dire questo è stata proprio quella del battesimo di Gesù.

Aveva lui bisogno di essere battezzato?

Certamente no, nel senso come intendiamo noi, in quello di togliere il peccato. Però lo ha ricevuto per far capire una cosa molto importante, quella che intendono esprimere le parole di Giovanni: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.

Cerchiamo di comprendere tali espressioni.

Viene sottolineata la differenza tra il battesimo del Battista, fatto con l’acqua di purificazione secondo l’usanza giudaica, e quello di Gesù fatto, con lo Spirito Santo. Il Battesimo di Gesù – anche da noi ricevuto - non è un semplice segno di purificazione, limitandosi ad un fatto solo esteriore, ma è un dono che trasforma il cuore, che dona una vita nuova, che rende noi creature tali da essere di veri figli di Dio.

Applichiamo concretamente a noi. Si tratta di non lasciare impacchettato il dono del Battesimo, ma di aprirlo per viverlo ogni giorno, con piena coerenza.

Purtroppo, per molti cristiani è rimasto solo un fatto anagrafico, testimoniato e relegato in un registro, come cosa ormai morta e non più vissuta nella vita di ogni giorno. Eppure, come a Gesù, anche a noi Dio continua a dire: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.

Queste parole indicano la continua verità da parte di Dio nei nostri confronti.

Però, è altrettanto vero che quanto dice combacia con la nostra verità nei suoi confronti?

Infatti, quando commettiamo il peccato, rifiutiamo il suo compiacimento.

Pur tuttavia e nonostante questo, siamo sempre figli amati; Dio continua a compiacersi sempre, come un padre orgoglioso del figlio.

Ed allora non dimentichiamo mai che ci ama anche se siamo peccatori. Anche quando crediamo di non valere nulla, o ci sembra perfino di essere stati dimenticati da Dio, in realtà egli non ci abbandona mai.

Pertanto, soprattutto in forza del Battesimo, non siamo mai soli perché Dio attraverso di esso ha posto in noi il suo Spirito, il suo respiro, senza il quale non possiamo dirci veramente vivi.

Pertanto, confidiamo sempre nel Signore il quale vuol aiutarci a vivere bene il nostro Battesimo.

Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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