Riflessioni di don Ferri in ritiri
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
7 dicembre 2025 * S. Ambrogio vescovo
itenfrdeptrues

Beatitudini

    Riflessione dettata dal Rettore alle famiglie riunite in ritiro soirituale il 14 ottobre 2012 nel Santuario San Giuseppe in Spicello di San Giorgio di Pesaro
Per il documento: clicca qui
Per ascoltare in video: clicca qui
    Questa ultima beatitudine si ricollega alla prima, in quanto dona la stessa ricompensa: “Di essi è il Regno dei cieli”.
Da notare che la ricompensa è al presente e non al futuro, come, invece, lo è per le altre. Questo per dire che, di fatto, siamo già dentro il regno e comprendiamo meglio le cose di Dio.
Infatti, analoga è anche la situazione: i poveri, gli umili e i deboli sono sempre perseguitati dai ricchi e dai potenti; i buoni sempre da chi è senza timore di Dio, da chi, di fatto, non fa nessun cammino spirituale.
Ma ambedue hanno Dio per alleato e difensore, il quale dà la medesima ricompensa.

  Analizziamo il significato del termine “giustizia”.
Anche un ladro è controllato, è perquisito, è messo in prigione… ma non certo a “causa della giustizia”!
Sappiamo che la “giustizia evangelica” consiste nel cercare e fare la volontà di Dio. Questo, ovviamente, ci avvicina a lui e ci fa assomigliare a lui: in altre parole ci fa entrare nel suo regno. Per cui veramente già “di essi è il regno dei cieli”.
Ed ecco il parallelo: chi più giusto di Gesù Cristo? E chi più perseguitato di lui?
La lettura ascoltata ci ha già detto questo: “Se hanno perseguitato me…”. E altrove: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”.
E il salmo: “Più numerosi dei capelli del mio capo sono coloro che mi odiano senza ragione; sono potenti i nemici che mi calunniano”.
Questo vale a livello individuale… di coppia e famiglia… di istituzione… di gruppo impegnato…ecc. Chi non ha da soffrire per causa di altri, diventando oggetto di odio, proprio perché è di disturbo? Anche il carabiniere è di disturbo per il ladro! Non per questo il carabiniere smette di fare il suo servizio!
Come rispondere a simili situazioni? Con la stessa arma? Certo! Con l’arma della vendetta, quella di Dio!
Se siamo nel regno di Dio, si risponde con la stessa arma di Dio: l’amore, la misericordia, il perdono…, come insegnatoci da Gesù: ”Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano”.
Il “pregare” qui non è tanto per la loro conversione, quanto per la propria capacità di amare; per essere, a nostra volta, segno dell’amore di Dio.
Tanto più questo nell’ambito di coppia sposata e chiamata, per via privilegiata, ad essere tale segno. Altro che separarsi per futili motivi e non mettere in pratica la continua misericordia, il perdono e il ricominciare con nuovo impegno.
Ancor di più nell’appartenenza all’Istituto, come siete voi per la maggior parte: gli avversari, spesso, sono proprio quelli di casa, i parenti, i vicini, gli amici che, di conseguenza, diventano ex amici.
Vogliamo che non ci siano le persecuzioni? Impossibile!
È quanto mai importante tenere presente la parabola della zizzania.
Gesù non dice che la zizzania cresce accanto, ma in mezzo al buon grano; ed invita a non estirparla, avendo radici profonde e ramificate, così da non correre il rischio di estirpare anche il grano.
Bisogna imparare a conviverci. Chi sa che, col tempo, non si trasformi in buon grano? Se è impossibile in natura, non così sul piano della fede e della grazia.
Così nella coppia: saper convivere con i difetti e limiti dell’altro! Con la preghiera emergeranno, a proprio favore, le buone qualità e diminuirà il peso dei difetti.
Vi sono anche altri tipi e sfumature di persecuzioni. Ci sono anche le invidie e le gelosie.
È soprattutto a causa di queste che avvengono discordie e divisioni nelle famiglie e nelle comunità.
E poi ci sono gli insulti, le derisioni, le ironie.
E, non contento di oltraggiare, c’è chi cerca anche di screditare e diffamare con dicerie anche calunniose, perché si perda mordente presso gli altri e presso la comunità.
Attenzione! Questo è normale. Guai se non fosse così! Così, come per Giuda: il tradimento doveva avvenire, ma guai a quell’uomo per cui è avvenuto!
Ogni cristiano o istituzione ecclesiale che non dia urto e fastidio, nello spirito delle beatitudini, dimostra di non essere pienamente autentico.
Quindi, in un certo senso, è necessario che avvenga questo: serve anche per mettere alla prova i componenti.
È il caso qui di ricordare Paolo: “Sono pieno di consolazione e gioia in ogni tribolazione. Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo quello che manca alla passione di Cristo”.
Non che si debba aggiungere qualcosa alla sua passione, quanto si tratta di viverla in unione con lui, per la propria santificazione e per la redenzione del mondo.

facebook

"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

Visite agli articoli
3717755

Abbiamo 86 visitatori e nessun utente online