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17 ottobre 2025 * S. Ignazio d'Antiochia
itenfrdeptrues

crocifisso scuola“Chi ha paura del Crocifisso?”

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che non è un’istituzione europea come la Corte di Giustizia, ma una corte internazionale istituita nel ’59 per il rispetto della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, ha emesso ieri una sentenza provvisoria contro l’Italia per la presenza dei Crocifissi nelle scuole perché, secondo i giudici che l’hanno emessa, la sola presenza del Crocifisso violerebbe il diritto all’istruzione (art. 1) e la libertà di pensiero, di coscienza, di religione.

Un semplice Crocifisso che sta lì senza dire nulla avrebbe, secondo loro, tutto questo potere. Se un cristiano difende la scelta di tenere i Crocifissi nelle scuole viene tacciato di imporre la propria fede, viene bollato come neocon ed attaccato affermando che il Crocifisso lederebbe la libertà di pensiero, di coscienza, di religione dei non cristiani, soprattutto ebrei e musulmani. Lasciamo allora la parola alle uniche persone che possono affermare se il Crocifisso offenda o meno la loro sensibilità religiosa, una musulmana e un ebreo:


Intervista alla Dott.ssa Souad Sbai, musulmana


Onorevole Sbai, che cosa ne pensa? “Siamo davanti a una decisione ideologica, politica. Lo dico da araba, che ha visto il Crocifisso nelle scuole religiose del Marocco o nelle case della Siria, spesso a fianco del Corano. Quella della Corte Europea è ideologia pura. Voglio ricordare che, per la nostra cultura, il tema sollevato da Strasburgo non ha mai rappresentato un problema”.

Che valore ha per il mondo arabo il Crocifisso? “È innanzi tutto simbolo di una religione, come tale da rispettare. Poi è anche simbolo culturale. Rappresenta la storia di un popolo e questa storia non può essere senza memoria. Tutto questo non può essere cancellato solo per furore di un’ideologia nichilista”.

Si aspettava una scelta del genere dell’Europa? “Proviamo a ribaltare la questione: cosa succederebbe se l’Ue dovesse chiedere alla Turchia come condizione per il suo ingresso tra i Ventisette di togliere i minareti e le moschee? È evidente che nessuno accetterebbe una provocazione del genere. Lo stesso vale, a maggior ragione, per il Crocifisso. Vi rendete conto che è in corso un’offensiva contro la religione cristiana?Il governo ha annunciato ricorso. “Un atto doveroso. Bisogna difendere l’identità di tutti gli italiani. Chi vuole bene a questo paese sa che siamo solo all’inizio, ma una deriva del genere non possiamo permettercela.”

 

Intervista al Prof Israel, intellettuale ebreo

Professor Israel, perché è così inquieto? Questa sentenza di Strasburgo conferma che siamo di fronte a qualcosa di peggio di un semplice atteggiamento laicista. Il contesto nel quale è nata, l’intento che c’è dietro, è davvero inquietante” – (Giorgio Israel, scrittore e docente di Storia della Matematica all’Università La Sapienza di Roma, cerca le parole più appropriate per lanciare il suo grido di allarme).

Che cosa la preoccupa di più? In Europa è in atto un attacco nei confronti dei simboli che più fortemente individuano le sue radici giudaico-cristiane. Nello stesso tempo di assiste a una singolare tolleranza nei confronti dei simboli islamici”.

Pensa a casi particolari? “La prima cosa che mi viene in mente è quanto è accaduto nei giorni scorsi all’Università di Cambridge, uno dei templi della cultura europea, dove è stato ammesso il burqa agli esami di laurea. È grave, tanto più che quel tipo di indumento rappresenta valori totalmente contrari a quelli della cultura occidentale”.

Giudica fosco anche il quadro italiano? Mi ha dato molto da pensare il dibattito sull’ora di religione islamica, con tutti i commenti morbidi e condiscendenti che si è trascinato dietro.

Perché è così allarmato? Vedo atteggiamenti pseudo-laici, laicisti e non equanimi. E sono rivolti verso una sola direzione. Sono segni inequivocabili e allarmanti che, nei fatti, si è attivato un meccanismo che tende a cambiare i connotati culturali del nostro continente.

L’Europa è destinata a trasformarsi in “Eur-abia?” Non è il neocon radicale che afferma ciò, né il politico di turno che strizza l’occhio all’elettorato cattolico, non è Ratzinger né Bagnasco, ma una musulmana e un ebreo che affermano che: il Crocifisso non è per niente un problema per loro, che è in corso un’offensiva contro la religione cristiana (ce lo devono dire loro…) che in Europa c’è qualcosa di peggio di un semplice atteggiamento laicista.

Domanda: Se non dà loro fastidio, a chi dà veramente fastidio il Crocifisso?

Che pensare? Che se dopo 2000 anni l’abbandonato del Venerdì Santo fa così tanta paura a chi cristiano non è, deve avere in sé qualcosa di forte davvero, di sconvolgente, di potente e rivoluzionario che vale la pena cercare e approfondire.

(Fonte: Avvenire del 4 Novembre 2009 pag. 4)

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