Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
11 dicembre 2025 * S. Damaso I papa
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Anno C ImmacolataTesti liturgici: Gen 3,9-15.20; Sl 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
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Quando, riferendoci a Maria, diciamo che è la “Immacolata Concezione” intendiamo dire “senza peccato”, neppure quello originale, cosa che, invece, tutti noi abbiamo ereditato.

Dicendo questo, non intendiamo dire che la Vergine non sia stata redenta in forza del sacrificio di Cristo, come tutti noi!
Anche Maria è stata redenta da Cristo, ma per un privilegio unico e specialissimo: è stata liberata dal peccato in modo “preventivo”, cioè preservata dall’esperienza stessa del peccato, sin dal suo concepimento.
Siamo contenti di questo privilegio e, perciò, oggi facciamo festa solenne.
Cosa insegna a noi questa festa?
A riflettere sulla Parola ascoltata, ci viene bene indicato.
Il peccato di origine è stato quello dell’orgoglio, del voler essere indipendenti da Dio, con la conseguente disobbedienza alla sua parola. Anche nella nostra vita, è sempre l’orgoglio che sta alla base di ogni peccato.
Riflettiamo su alcune espressioni ascoltate: “Ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”.
Non si tratta tanto della nudità del corpo, ma del non avere nulla, avendo perduto tutto.
Ogni volta che noi commettiamo il peccato, perdiamo tutto: la grazia e l’amicizia con Dio. Di conseguenza siamo attanagliati dal rimorso, siamo insoddisfatti di tutto, siamo senza gioia. In tale situazione, o si torna a Dio o, se si continua nei propri peccati, sarà sempre peggio.
Altra espressione di Adamo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”.
È quello che capita a tutti, quando siamo accecati dall’orgoglio: puntiamo il dito sull’altro; pur riconoscendo di aver sbagliato, diamo la colpa all’altro, vera o falsa. Infatti, ognuno tende a proiettare sull’altro la propria cattiveria.
La risposta della donna: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”.
Il diavolo, che significa il “divisore”, è anche il “bugiardo” per eccellenza. Purtroppo, essendo le sue proposte più allettanti, facilmente cadiamo nella trappola.
Abbiamo anche sentito: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe”.
Da chi è composta la stirpe? Dal capostipite Gesù Cristo e dai suoi seguaci. Questa stirpe “ti schiaccerà la testa”: perciò la vittoria finale è di Cristo e dei suoi seguaci.
Chi è la donna nemica? È Maria, senza della quale non ci sarebbe stato Gesù Cristo; proprio in previsione di questo, è stata preservata dal peccato.
La festa di oggi è un richiamo per tutti noi a non essere come Eva, ma a imitare Maria, e allora saremo vittoriosi sul nemico.
Dov’è la differenza tra il comportamento di Eva e Maria?
Eva ha creduto alla parola del diavolo, Maria ha creduto alla Parola di Dio ed ha risposto: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” .
Pertanto, se Eva ha mangiato il frutto proibito, Maria ha accolto il frutto benedetto, come sempre ripetiamo: “e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù”.
Se anche noi ci fidassimo di più della Parola di Dio! Se cercassimo solo la sua volontà! Se non mettessimo mai in dubbio il suo aiuto, la sua presenza, la sua benedizione!
Questa benedizione è stata preparata per noi dall’eternità!
Come abbiamo ascoltato da Paolo: “Benedetto Dio, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo…”.
Non sono meraviglie di Dio?
Lo abbiamo cantato nel salmo responsoriale: “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie”.
Sac. Cesare Ferri, rettore Santuario San Giuseppe in Spicello


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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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