Testi liturgici: Is 62,1-5; Sl 95; I Cr 12,4-11; Gv 2,1-11
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Siamo spesso circondati – diceva Papa Giovanni XXIII - da “profeti di sventura” che ci rubano la fiducia e ci fanno perdere la speranza, ci rattristano il cuore, ci mettono in ansia e in agitazione. Queste voci, purtroppo, spesso coprono quelle dei veri profeti che, in nome di Dio, annunciano parole di bontà e di pace, di giustizia e di misericordia, di incoraggiamento e di speranza.
Ecco, ad esempio, in tale senso abbiamo ascoltato Isaia. Egli annuncia alla popolazione, dopo il ritorno dall’esilio, che non è più “Abbandonata” e neppure “Devastata”, ma è nuovamente “Mia Gioia”, perché Dio è il suo sposo.
Dio, nella Bibbia, spesso sceglie l’immagine del matrimonio per parlare di se stesso. Si paragona a un padre, a una madre, a uno sposo, a un fidanzato: è il modello a cui guardare per ben costruire la vita, la famiglia, la comunità.
A volte si dice che, per comprendere l’amore di Dio nei nostri confronti, dovremmo guardare come si amano gli sposi e come ci si ama nelle famiglie. Dovrebbe essere così, ma, purtroppo, il più delle volte è una falsa e cattiva immagine, essa non ci aiuta a risalire a Dio.
Dobbiamo rovesciare il confronto; è guardando all’amore di Dio, che impariamo a costruire e sorreggere le nostre famiglie; è guardando a Dio come ama, come rinnova la fedeltà, come non tradisce mai, come perdona sempre, come incoraggia chi è stanco e sfiduciato, come vive la tenerezza del cuore, che impariamo ad amare.
Il miracolo di Cana ce lo evidenzia; di esso il vangelo ci ha detto che “fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù”. Sono i segni del suo amore. Ha fatto felice quella nuova famiglia. Che tristezza se non ci fosse stato il vino sino alla fine! Che conclusione di festa amara sarebbe stata!
In realtà, come sono andate le cose?
Le feste di matrimonio, in quei luoghi e tempi, duravano una settimana. Si poteva correre il rischio di calcolare male la quantità di cibo e di vino; tanto più che, invitato Gesù per probabile parentela, si è portate anche i discepoli, forse non considerati o non ben calcolati nel numero. Il fatto sta che manca il vino. Ma, per Gesù, l’occasione è buona per far scattare la “sua ora”, iniziare il suo ministero e darne l’insegnamento.
Cosa significa il vino?
Esso è il segno della gioia. La gioia viene solo da Dio. Guai se si perde il contatto e la fiducia nel Signore: non ci sarebbe più vino nella nostra vita, sarebbe tristezza. Cosa che, purtroppo, è presente in molte famiglie, dove, spesso e per di più, ci si mescola anche cattiveria e rabbia: manca la vera gioia!
Il Signore, per darci la gioia, non si risparmia e non vuol fare figuracce: il vino è in abbondanza e, per di più, molto buono.
Il vino raffigura gli innumerevoli e sempre nuovi doni elargiti dal Signore. Paolo – seconda lettura – li distingue in carismi, ministeri, attività. Doni che, in qualche misura, non fa mancare a nessuno. Ognuno può sperimentare la gioiosa presenza di questi doni. Essi sono dati non tanto per l’utilizzo personale, ma per il “bene comune”, creando, di conseguenza, una gioiosa collaborazione. Essa crea sempre maggiore unità fra i componenti delle famiglie e delle comunità: ognuno è contento del dono fatto all’altro e con lui condivide il proprio.
Un’altra considerazione. Perché gli sposi non vengono nominati?
Il motivo è chiaro: il segno sta a significare che lo sposo è Gesù; egli invita l’umanità a partecipare alle sue nozze e alla gioia di appartenere a Dio.
Ma c’è un altro particolare, non affatto secondario: la presenza di Maria.
Se Gesù è lo sposo inviato dal Padre per il suo popolo, Maria, a sua volta, è la sposa e la madre dell’umanità. Essa, come donna di casa, si accorge di quello che manca ai suoi figli e, nel contempo, provvede fungendo da mediatrice: “Non hanno più vino”. È quello che fa per ognuno di noi e delle nostre famiglie.
Qui sta la considerazione e la vera devozione verso di lei: se Gesù è la fonte della Grazia, essa è la mediatrice di ogni Grazia.
Non possiamo fare a meno di Maria.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello