Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
23 ottobre 2025 * S. Giovanni da Cap.
itenfrdeptrues
Anno C NativitaTesti liturgici: Is 52,7-10; Sl 97;Eb 1,1-6; Gv 1,1-18
Per il documento: clicca qui
La prima lettura si introduceva così: “Come sono belli i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie, che annuncia la salvezza”.
L’espressione ci fa pensare al Natale, ed è giusto.
Ma in realtà, nella prospettiva di Isaia, riguardava il popolo ebreo che, dopo la schiavitù, sarebbe tornato in patria.
Invece e giustamente, per noi cristiani oggi, è il Natale, è la nascita di Gesù che è venuto a togliere la schiavitù del peccato e che, di conseguenza, come annunciato dagli angeli, porta la pace; cioè, porta la “buona notizia” per eccellenza, perché proprio attraverso di lui ci arriva la salvezza.
Lo abbiamo espresso nel salmo responsoriale: “Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio”.
Questa pace annunciata dagli angeli, però, è diretta “agli uomini di buona volontà”.
Infatti e purtroppo, non tutti, volutamente o meno, sanno accogliere questa salvezza che dona la pace e che non è una cosa, ma è una persona: è Gesù Cristo.
La descrizione e motivazione di questo fatto, ci è stato ben espresso da Giovanni, nel Vangelo ascoltato.
È un inno che, a sua volta, esprime anche una profondissima teologia.
Per farcelo meglio comprendere usa l’immagine della luce, che splende e che illumina tutto quello che viene esposto al suo raggio d’azione.
Eppure, proprio da subito, fa capolino il tremendo mistero del rifiuto. L’uomo si oppone: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo… eppure il mondo non lo ha riconosciuto”.
Quanta gente, anche se dice di credere, di fatto non accoglie Gesù e il suo Vangelo, mettendosi nel rischio di non vivere nella pace e di essere permanentemente scontenta di tutto!
Noi da quale parte stiamo, tra chi accetta o tra chi rifiuta?
Non dobbiamo, comunque, dimenticare una cosa: Dio mai si impone, mai violenta la libertà dell’uomo.
Tutti sono liberi di accoglierlo o rifiutarlo.
Che terribile tragedia!
Il potere della nostra libertà è davvero grande: possiamo chiudere fuori della porta colui che ci ha creato, con tutte le conseguenze negative a nostro svantaggio!
Ma se sapremo fargli spazio, credendo in lui e mettendo in pratica il suo insegnamento, vivremo da figli di Dio. Avremo in noi la sua stessa vita e saremo capaci di vivere del suo stesso amore, secondo la parola ascoltata: “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

facebook

"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

Visite agli articoli
3663819

Abbiamo 59 visitatori e nessun utente online