Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
18 ottobre 2025 * S. Luca evangelista
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Anno C TrinitaTesti liturgici: Pr 8,22-31; Sl 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15
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La prima lettura iniziava: “Così parla la Sapienza di Dio”.
Nella spiritualità ebraica il ruolo della Sapienza è essenziale, perché è una irradiazione della bontà di Dio. È attraverso di essa che si riesce a ravvisare nel creato, e soprattutto nell’uomo, la mano benevola del Creatore.
La Sapienza è come una persona che ci sta vicino e ci accompagna.
Il Nuovo Testamento fa sua questa tradizione, ma con una novità.
La Sapienza, di cui parlano i libri del Vecchio Testamento, non è solo una personificazione allegorica.
Essa, invece, si è incarnata, ha camminato in mezzo a noi, ha parlato dicendo parole che realmente provenivano da Dio. Infatti questa Sapienza è Gesù Cristo, è il Dio incarnato.
Pertanto, se vogliamo capire almeno qualche cosa della solennità di oggi, dobbiamo andare da Gesù. Egli ci rivela l’opera del Padre, quella del Figlio e quella dello Spirito Santo. Ci ha detto: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità”.
In altre parole, la portata del messaggio di Gesù ricevuto dal Padre è talmente grande che, al momento in cui parla, i discepoli non possono comprendere tutto.
Al momento opportuno, il Padre manderà lo Spirito Santo il quale ha il compito di condurre tutti alla pienezza della verità. Attraverso lo Spirito acquistiamo la vera Sapienza, comprendiamo le cose di Dio di mano in mano, e otteniamo la forza di metterle in pratica.
Qual’ è la base e l’essenziale della rivelazione di Gesù?
Gesù ci rivela che Dio è Amore, “non nell’unità di una sola persona – così ci esprimeremo fra poco nel prefazio – ma nella Trinità di una sola sostanza”.
In altre parole, nel contempo Dio è Creatore e Padre misericordioso; Dio è Figlio, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; Dio è Spirito Santo che tutto muove verso il bene eterno.
Tre persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito Santo è amore. Infatti, Dio è tutto e solo amore; un amore purissimo, infinito ed eterno.
In conclusione, dopo quanto abbiamo detto, la Trinità non è tanto un mistero da capire, quanto una realtà nella quale immergersi attraverso una vita di amore, verso di lui e verso il prossimo. Si tratta di accettare la sua presenza amorosa, anche senza capirne molto.
Dunque la Trinità, attraverso lo Spirito, continua ad accompagnare la Chiesa verso la comprensione completa della Verità, nell’aiutarci ad imparare a vivere sempre più con amore.
È proprio quello che vuol farci capire Paolo con le espressosi udite nella seconda lettura.
Quando Dio ci chiede di amarlo e di amare il prossimo come ci ha amato Gesù, sa benissimo che noi, da soli, non saremmo in grado di farlo.
È veramente troppo grande l’amore che Dio ha per noi, tale per cui noi non siamo in grado di rispondergli adeguatamente.
Proprio per questo effonde nel nostri cuori lo Spirito Santo.
È lui che ci aiuta a rispondere nel migliore dei modi.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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