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Il Vangelo racconta tanti miracoli compiuti da Gesù. Però, quello riportato oggi dagli Atti degli Apostoli, non finisce di stupirci.
È il miracolo che ha trasformato gli apostoli da uomini paurosi e pieni di dubbi, in convinti assertori della divinità di Gesù e della sua risurrezione.
Di fatto, cosa è avvenuto di tanto sconvolgente nella loro vita?
Essi hanno accolto nel loro cuore la potenza dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo ha permesso loro di comprendere tutta la verità riguardo alla persona e all’opera di Gesù.
Si è presentato come fuoco: “Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo”.
Cosa fa il fuoco, quello naturale?
Brucia tutto quello che incontra, e bruciando dà luce e calore.
Cosa fa lo Spirito Santo, se lo invochiamo con fede e lo accogliamo?
Brucia ogni nostra cattiveria e, di conseguenza, ci riempie della luce e dell’amore di Dio, perché una volta esperimentato, lo possiamo comunicare e dare anche agli altri.
In altre parole, dà la forza di perdonare; di ricompone le divisioni; crea comunione e collaborazione; dà la gioia di vivere e di volersi bene; fa superare ogni distinzione di età, di sesso, di cultura, di razza, di condizione sociale.
Se questo avvenisse, che mondo di pace e di gioia ci sarebbe!
Quando in noi è entrato lo Spirito Santo?
Nel giorno del Battesimo. A sua volta, poi, è stato riconfermato nel giorno della Cresima, appunto chiamata anche Confermazione.
Se nel battesimo da piccoli non eravamo consapevoli – al nostro posto agivano genitori e padrini - dal giorno della Cresima, siamo chiamati quotidianamente a fare delle scelte che siano confacenti al nostro essere cristiani.
Sappiamo bene, purtroppo, che spesso succede il rovescio. Proprio dal giorno della cresima, molti giovani lasciano la pratica cristiana e, quindi, rigettano il qualche modo lo Spirito Santo che hanno ricevuto in dono.
Proprio a tal proposito, la seconda lettura ci ha parlato chiaro. Paolo ci ricorda che ogni giorno della nostra vita siamo di fronte ad un bivio: vivere secondo la carne, cioè secondo il nostro punto di vista, oppure vivere secondo lo Spirito, cioè secondo il punto di vista di Dio.
In altre parole, o vivere come se Dio non esistesse, assecondando i nostri desideri terreni e le nostre voglie, mettendo al centro di tutto il nostro egoismo; oppure vivere lasciandoci guidare dalla volontà di Dio, capaci di rinunciare a noi stessi per un bene più grande.
Riascoltiamo le parole precise, poste proprio all’inizio del brano: “Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi”.
Sono due stili di vita completamente diversi e che dicono che tipo do persone siamo realmente.
A loro volta ci conducono a mete diverse. Chi ha incentrato tutto sulla “carne”, e quindi al di fuori della volontà di Dio, con essa finirà; chi ha incentrato la sua vita sullo Spirito, cioè amando Dio ed il prossimo, in esso vivrà per sempre.
Tutti ci rendiamo conto che vivere così, non è facile.
Gesù lo sa, ed ecco perché, come ascoltato dal Vangelo, ci manda in aiuto proprio lo Spirito, quale “Paraclito”, cioè quale difensore, aiuto e consolatore.
Ecco perché abbiamo recitato insieme la sequenza, chiedendo tutti i doni dello Spirito, quali la luce, la consolazione, il sollievo, il riposo, l’amore, la pace, la gioia, la felicità eterna.
Dovremmo ripeterla, con convinzione e fede, molto di frequente.
Sac. Cesare Ferri rettore del Santuario San Giuseppe di Spicello