Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
19 ottobre 2025 * S. Pietro d'Alcantara
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19 Domenica C Tenetevi prontiTesti liturgici: Sap 18,6-9; Sl 32; Eb 11,1-2.8.19; Lc 12,32-48
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Domenica scorsa il Signore ci aveva detto: “State lontani da ogni cupidigia, la vita non dipende da quello che uno possiede”.
Oggi ci chiede di fare un passo avanti.
Ci dice di avere il coraggio a non affannarci, perché Dio vuole sempre e solo il nostro bene, e tutto dispone perché questo avvenga. Aveva detto nel discorso della montagna: “Non affannatevi per il domani…a ogni giorno basta la sua pena”.

Si tratta, allora, di avere più fiducia in Lui. In altre parole, si tratta di abbandonarci alla sua Provvidenza.
Oggi riconferma tutto questo: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”.
Notiamo i vari e crescenti passaggi.
“Non temere”: è per quello già detto, che cioè ci fidiamo di Dio. Espressioni analoghe le troviamo scritte moltissime volte nella Bibbia. Dio le ripete ogni volta che chiama qualcuno per rivelare un messaggio e per far compiere una missione.
“Piccolo gregge”: infatti, sono pochi quelli che veramente si fidano. Non c’è da meravigliarsi: i veri discepoli di Gesù, sono destinati ad essere sempre pochi.
Ma piccolo non significa sprovveduto e impotente.
Vuol dire, invece, che proprio questo numero sparuto di persone, è sufficiente a Dio per far risuonare nel mondo la sua parola di amore e di misericordia. Ha bisogno di questi pochi, della loro collaborazione e del loro esempio, per salvare gli altri.
“E’ piaciuto dare a voi il Regno”: solo chi si fida e perciò non teme, capisce a fondo l’agire di Dio; vive bene e con coerenza le proprie giornate; e, di conseguenza, diventa testimone credibile.
Dunque, non ci si deve sgomentare se il messaggio cristiano si perde nell’indifferenza o nel disprezzo; Dio sa come far in modo che, attraverso la nostra parola e testimonianza, possa toccare il cuore di tante persone, portando luce nella loro esistenza.
“Vendete quel che possedete e datelo in elemosina”: non significa disfarsene, ma non essere presi dalla cupidigia, non essere condizionati dai beni di questo mondo, ma usarli saggiamente facendo in modo che servano anche per il servizio apostolico e per il bene degli altri.
Abbiamo poc’anzi detto di avere fiducia in Dio e di abbandonarci alla sua Provvidenza. È quello che è stato vissuto da Abramo.
Abbiamo ascoltato ripetere: “Per fede Abramo partì… Per fede Abramo dimorò in terra straniera… Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età… Per fede Abramo offrì Isacco… “.
La vicenda di Abramo, nostro padre nella fede, mostra concretamente cosa significhi fidarsi veramente di Dio.
Quante volte ci troviamo in certe situazioni da cui sembra impossibile uscirne! Eppure, Dio riesce a fare anche quello che a noi risulta impossibile. Dio, certamente, fa la sua parte; però, anche a noi tocca fare la nostra.
Aver fede, in molte occasioni, significa compiere un atto di coraggio nella potenza di Dio, la quale si manifesta in modi e momenti assolutamente impensabili e imprevedibili.
Chi ha mai detto che avere fede significa ottenere risposte rassicuranti?
Solo così, allora, comprendiamo ed entriamo nella logica di quanto ha detto Gesù: “Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma”.
In altre parole, è entrare nella logica di Dio, è entrare nel suo Regno, è, vivendo di fede, mettere al sicuro tutto il bene che facciamo.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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