Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
11 dicembre 2025 * S. Damaso I papa
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Anno C EpifaniaTesti liturgici: Is 60,1-6; Sl 71; Ef 3,2-6; Mt 2,1-12
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Dice il proverbio che ognuno ha una sua stella; accade pure che qualcuno, guardando il cielo, si adotti una stella.
È un modo per dire che nessuna vita procede a caso, che ognuno può orientarsi nel cammino.
Il racconto dei Magi fa pensare che, oltre ad una propria stella, c’è ne è una che le supera tutte, che è per tutti e che tutti devono adottare: questa stella è Gesù Cristo.
Quindi, non solo una stella che ha indicato la presenza di Gesù, ma anche Gesù, unica stella che guida il cammino della nostra vita e che, se sinceramente la seguiamo, dona una grande gioia, come l’ebbero i Magi, di cui è detto: “Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima”.
Veramente Cristo è “luce del mondo”!
Nel giorno di Natale, infatti, la liturgia ci ha fatto proclamare: “Oggi una grande luce discende sulla terra”.
All’inizio, nella grotta di Betlemme, questa grande luce si è manifestata a poche persone: a Maria, a Giuseppe e ad alcuni pastori.
Ma Gesù è venuto per illuminare e salvare tutti popoli.
Ecco che oggi illumina i magi che rappresentano, appunto, tutti i popoli.
In altro brano della Scrittura si legge: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
I Magi intendono evidenziarlo offrendo i loro doni.
Però, prima di questo gesto, ne leggiamo un altro: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua Madre, si prostrarono e lo adorarono”.
Adorare. È il gesto tipico di chi si presenta davanti a Dio. I Magi con tale gesto riconoscono che quel bimbo, pur essendo uomo, è anche Dio.
In più, essi fanno al Figlio di Dio dei doni molto simbolici: l’oro, l’incenso e la mirra.
L’oro simboleggia la regalità di Gesù Cristo, egli infatti è il Re dell’universo.
L’incenso simboleggia il sacerdozio di Gesù Cristo, egli infatti collega noi con il Padre e viceversa.
La mirra, profetizza la passione e morte di Gesù.
Anche noi siamo chiamati a fare analoghi doni.
Come e in che modo possiamo farli?
Offriamo l’oro quando ascoltiamo la sua Parola e facciamo la volontà del Padre celeste.
Offriamo l’incenso quando, attraverso la preghiera ed i sacramenti, ci colleghiamo al Padre ed accogliamo i suoi doni.
Offriamo la mirra ogni volta che accettiamo ed offriamo con amore le inevitabili sofferenze della vita.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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